L’asse con Renzi e la Cisl per un nuovo progetto dal basso. Nel Pd ecco lo “schema Elly”

La segretaria vorrebbe sostituire i boomer dem con una nova classe dirigente, portata, per la maggior parte, dai territori. Intanto sta facendo scouting in giro perché vuole farsi trovare pronta alle elezioni politiche

Mentre gli ex dc, o come si preferisce dire adesso, gli ex Margherita, lavorano per creare, con Ernesto Maria Ruffini (le smentite bisogna prenderle sempre con le molle, anche quelle del direttore dell’Agenzia delle Entrate) un centro funzionale al Partito democratico, c’è un’area dei moderati che lavora a tutt’altro progetto. Il loro credo è uno solo: mai finire come il partito dei contadini polacchi. Per questa ragione Matteo Renzi si sta dando un gran da fare. Con lui anche la Cisl che, non è certo un caso, non ha firmato la piattaforma dello sciopero generale del 29 novembre. E con il leader di Italia viva sta lavorando, seppure in modo assai riservato, anche Pier Ferdinando Casini. Il progetto è quello di creare un soggetto politico di centro prima che ci pensi il Pd di Elly Schlein. Dal basso, per questo è indispensabile il sostegno del sindacato della Cisl.

Ma perché Casini è della partita? Per un motivo semplice: perché non ha smesso di puntare al Quirinale. E a suo giudizio la prossima elezione del capo dello stato potrebbe essere quella giusta. Già, Casini ha buoni rapporti con il centrosinistra, perché con quella parte politica è stato eletto l’ultima volta. Con i riformisti dem coltiva relazioni e rapporti. Si sente spesso sia con Dario Franceschini sia con Lorenzo Guerini. E, comunque, non trascura il centrodestra. Non ha intessuto la sua tela solo con i moderati di Forza Italia, ma anche con Fratelli d’Italia. L’idea è quella che dopo le prossime elezioni, comunque andranno e chiunque vincerà, ci si troverà di fronte a un paese fortemente diviso, che avrà quindi bisogno di un presidente della Repubblica riconosciuto da tutti. E chi meglio di Casini potrebbe incarnare questo ruolo?

Nel Partito democratico Elly Schlein sta accelerando il ricambio. La segretaria dem è stufa dei boomer dem e vorrebbe sostituirli tutti con una nova classe dirigente. Portata, per la maggior parte, dai territori. La leader del Pd sta facendo scouting in giro perché vuole farsi trovare pronta alle elezioni politiche. Saranno quando saranno, anche se, a dispetto dei proclami propagandistici, Schlein è convinta che non si scioglierà anticipatamente la legislatura, ma che, in un modo o nell’altro, Giorgia Meloni arriverà sino a fine corsa. Dunque, la segretaria del Pd sta già pensando alle liste che verranno e anche chi adesso la supporta non verrà ricandidato.

Schlein fa solo due eccezioni: Dario Franceschini e Lorenzo Guerini. Lei mantiene buoni rapporti solo con loro due, nonostante facciano parte della vecchia guardia. Il che non vuol dire che li ricandiderà automaticamente, ma che comunque non intende negarsi ai loro consigli. C’è poi Stefano Bonaccini, con cui la segretaria dem non ha mai interrotto i rapporti perché è convinta che il presidente del Pd sia persona leale, che giammai le creerebbe dei problemi. Ma la lista degli over 50 con cui la leader dem ha buoni rapporti finisce qui. E nel Pd, nonostante le elezioni politiche siano ancora lontane, già tremano. Anche perché Schlein ha fatto sapere che non intende procedere come i predecessori e imbarcarsi in una notte dei lunghi coltelli per decidere le candidature che verranno. Farà lei uno schema e saranno gli altri a doversi adeguare.

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