Chi sostiene che la Nato stia provocando Putin con i quattro lanci di Atacms si dimentica dei centinaia di droni e missili con cui Mosca sta attaccando da più di mille giorni. E che le truppe straniere sul campo ci sono già: quelle nordcoreane e yemenite accanto ai russi
Da quando l’America ha tolto le restrizioni all’Ucraina sull’utilizzo delle armi a medio raggio fornite in territorio russo, sono stati effettuati quattro attacchi, l’ultimo ieri, secondo i canali telegram russi e ucraini, con missili Atacms lanciati contro un aeroporto militare a Kursk. Il 19 novembre c’era stato il primo lancio di Atacms contro un arsenale nella regione di Bryansk; il 21 novembre gli Storm Shadows (missili britannici: Londra non ha rilasciato nessuna comunicazione ufficiale) contro un bunker di un comando militare nella regione di Kursk; il 24 novembre gli Atacms contro un sistema di difesa aereo S-400 sempre nella regione di Kursk.
Questi quattro lanci riempiono i titoli dei giornali, fanno dire ai trumpiani e agli antiucraini che l’Amministrazione Biden e l’Europa hanno deciso di scatenare la Terza guerra mondiale e che vogliono rovinare il più possibile il ritorno di Donald Trump, mentre da Mosca Vladimir Putin cambia la dottrina nucleare, evoca le armi atomiche, annuncia grandi ritorsioni sapendo che questo genere di minacce spezza l’unità occidentale. Così passano sotto silenzio le centinaia di droni e missili russi che soltanto negli ultimi giorni hanno colpito in particolare Kharkiv e Odessa, ma anche altre città, mentre il missile balistico Oreshnik lanciato dai russi la settimana scorsa sembra quasi – a leggere i giornali – una giusta ritorsione alla follia bellicista occidentale, mentre potrebbe essere soltanto un anticipo di altri missili di questo tipo che arriveranno, perché, come dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, l’Ucraina è terra di conquista per Mosca ma è anche un bersaglio utile per testare molte armi russe.
La sproporzione della copertura mediatica internazionale tra gli attacchi con armi occidentali e quelli incessanti russi riguarda anche un altro ambito: le truppe straniere inviate a sostegno dell’esercito ucraino. Ieri il Monde, citando alcune fonti anonime britanniche, ha detto che Londra e Parigi stanno valutando se inviare truppe in Ucraina a sostegno delle forze ucraine stremate e per controbilanciare il possibile disimpegno della prossima Amministrazione Trump. Il primo a introdurre questa opzione, a febbraio, era stato Emmanuel Macron, il presidente francese che sperava di essere un interlocutore di Mosca e che poi ha capito di dover semmai prendere la guida di un’Europa che tende, quando possibile, a procedere in ordine sparso (parliamo della cosiddetta Vecchia Europa): allora ci fu una grande costernazione tra i paesi europei, in particolare da parte della Germania, che con il suo passo pesante in termini di aiuti militari si era subito dissociata da questa ipotesi (ieri è stato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, a dire subito che di soldati italiani non si parla neppure, in linea con il fatto che il nostro governo non ha tolto le restrizioni sull’utilizzo delle armi in territorio russo).
L’articolo del Monde non annuncia alcunché se non il fatto che Macron – assieme a Keir Starmer, premier britannico in prima fila nella difesa dell’Ucraina, senza tentennamenti – considera ancora la possibilità di inviare truppe a sostegno dell’esercito di Kyiv, anche perché nel frattempo si è conclusa la formazione del “battaglione Anne”, un gruppo di soldati ucraini che è stato addestrato in Francia: sarebbe addirittura naturale che l’esito di questi processi di addestramento fosse un sostegno fattivo sul campo di battaglia. Ma questa è una cosa indicibile.
Ecco, hanno sbraitato subito russi, pro russi e propagandisti, l’occidente provoca Putin, invece che lavorare a un dialogo continua a intensificare la guerra: mai che ricordino che Mosca utilizza armi fabbricate dai suoi alleati da mille e più giorni senza chiedere permesso a nessuno; mai che ricordino che le truppe straniere sul campo ci sono eccome, sono state addestrate e arruolate dai russi, sono le truppe nordcoreane (a migliaia, in aumento) e anche yemenite (non è chiaro il numero) – queste ultime sono anche un ringraziamento a Mosca per le armi fornite agli houthi contro Israele.