Salvini: “Unicredit? Non vorrei voglia fermare Bpm-Mps”. Giorgetti: “Valutiamo golden power”

Le reazioni del governo all’operazione su Banco Bpm. Per il ministro dell’Economia “l’ops non è stata concertata e dovrà essere attentamente valutata”, il ministro dei Trasporti: “Unicredit ormai di italiano ha poco è una banca straniera”

Il governo reagisce all’offerta pubblica di sottoscrizione (Ops) che Unicredit ha lanciato su Banco Bpm con parole dure. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso apertamente le sue perplessità, dichiarando che l’operazione non è stata concordata con il governo. “L’Ops non è stata concertata e dovrà essere attentamente valutata alla luce del golden power“, ha detto il ministro. La tutela dell’interesse nazionale, secondo Giorgetti, resta una priorità, e ogni decisione sarà presa considerando l’impatto sull’intero sistema finanziario.

“Unicredit ormai di italiano ha poco è una banca straniera. A me sta a cuore, invece, che realtà come Bpm e Montepaschi, che stanno collaborando con soggetti italiani per un terzo polo italiano, non vengano messe in difficoltà”, ha detto invece il ministro dei Trasporti Matteo Salvini a margine della XXIV Edizione della rassegna Italia Direzione Nord, promosso dalla Fondazione Stelline, in corso alla Triennale di Milano. “L’interrogativo mio e dei tanti risparmiatori è: ma Bankitalia c’è? Vigila? Da italiano vorrei sapere. Non vorrei che qualcuno volesse fermare l’accordo Bpm e Montepaschi. Però c’è Bankitalia, quindi noi dormiamo sonni tranquilli”, ha aggiunto.

L’istituto guidato da Andrea Orcel punta ad aggregare l’ex popolare milanese con un’offerta che non prevede un pagamento in contanti, ma con azioni dello stesso istituto: se l’acquisizione riguarderà l’intero capitale, l’operazione varrà oltre 10 miliardi di euro. L’ad Orcel, nel corso della conference call con gli analisti a proposito dell’operazione con Banco Bpm, ha provato a rassicurare il governo chiarendo di non avere ambizioni su Montepaschi.

Il sospetto che ha lasciato intendere il ministro Salvini, invece, è che aggregando Banco Bpm, Unicredit possa diventare anche azionista dell’istituto senese, dopo che Piazza Meda ne ha acquisito il 5 per cento durante il collocamento della tranche di capitale del Mef che ha consentito l’ingresso anche di Caltagirone, Delfin e Anima, che ne hanno acquisito il 15 per cento e possono rappresentare per Montepaschi una garanzia che da tempo il governo attendeva. Secondo fonti finanziarie, l’opzione preferita dall’esecutivo, in particolare dalla Lega, sarebbe una fusione tra Banco Bpm e Mps per poter poi scegliere se restare con una quota di minoranza oppure uscire definitivamente dal capitale. Ma l’Ops di Orcel cambia tutti i piani.

“A me le concentrazioni e i monopoli non piacciono mai. Io ero rimasto al fatto che Unicredit dovesse crescere in Germania. Non so perché abbia cambiato idea”, ha concluso Salvini riferendosi all’operazione Commerzbank.

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