Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore – Ha ragione Giuliano Ferrara, sarebbe il caso che l’Italia uscisse dalla giurisdizione della Corte penale internazionale. Ma non vorrei si pensasse che i mandati di arresto fossero un errore del sistema. Ricordo infatti che in sede Onu sono successe le seguenti cose. Primo: la presidenza del Forum per i diritti umani è andata all’Iran. Secondo: l’Arabia Saudita ha la presidenza della commissione per promuovere l’eguaglianza tra i sessi e per rafforzare i diritti delle donne nel mondo. Terzo: l’Iran ha assunto la presidenza della Conferenza delle Nazioni Unite sul disarmo. Ora la Corte penale internazionale chiede l’arresto di due ministri israeliani eletti democraticamente, mentre non persegue il governo siriano che ha fatto almeno 10 volte più vittime della guerra a Gaza, o i criminali sudanesi che hanno massacrato 150 mila connazionali e continuano il massacro nel silenzio del mondo. No, l’Onu non è la soluzione del problema. Essa stessa è il problema.
Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica
Una politica che lascia all’estrema destra la difesa di Israele, come è successo ieri in Europa, dove solo due leader di estrema destra, Viktor Orbán e Matteo Salvini, hanno detto di considerare, nei propri paesi, Netanyahu persona gradita, è una politica che ha scelto di abdicare a quella che dovrebbe essere una missione prioritaria: respingere con forza l’idea che vi possa essere equivalenza tra Israele e Hamas e perdere un’occasione per dire quello che ha magnificamente ribadito giovedì scorso il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden. Ovverosia: “Staremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza”. Regalare all’estrema destra la difesa di Israele? Un crimine contro il buonsenso. Dalla follia è tutto, a voi studio.
Al direttore – Da semplice cittadina non ebrea desidero ringraziare il vostro giornale per l’opera di chiarimento che svolge ogni giorno anche sul conflitto in medio oriente. Concordo pienamente sul disconoscimento di una Corte tanto inutile quanto faziosa. Il governo italiano dovrebbe prendere una posizione chiara.
Cinzia Sinigaglia
Al direttore – Approvo e sostengo la proposta di Giuliano Ferrara per l’uscita dell’Italia dalla Corte penale internazionale. Il procuratore e i giudici di quella corte dovrebbero essere sanzionati da ogni paese che voglia applicare princìpi di imparzialità, e non princìpi di partigianeria politica, alla propria azione nel campo della giustizia internazionale.
Simo Beraha
Al direttore – Gad Lerner ha sostenuto in un post che reagire al mandato di arresto emanato dalla Cpi contro Netanyahu lanciando a sproposito l’accusa di antisemitismo rappresenta “una strumentalizzazione ignobile della storia ebraica e un’ulteriore macchia sulla reputazione di Israele”; immediata l’entusiastica replica di Rula Jebreal, per la quale questi attacchi “dimostreranno chi è complice dei crimini contro l’umanità, dei crimini di guerra e del genocidio coloniale”. A proposito, invece, Dio li fa, poi li accoppia.
Roberto Alatri
Al direttore – D’impulso mi viene da scriverle che sono d’accordo alla virgola con Giuliano Ferrara. Un paese serio si divincolerebbe in un battibaleno dalle grinfie di quel consesso di svitati noto col nome di Corte penale internazionale.
Sergio Scalpelli
Al direttore – Con l’ordine di arresto per i leader di uno stato democratico che combatte per la sua sopravvivenza dal giorno del terribile pogrom del 7 ottobre, e da anni di continui bombardamenti lungo la frontiera con Gaza e lungo il confine con il Libano, la Corte internazionale dell’Aia, senza nemmeno citare le vittime israeliane, il diritto alla risposta militare e gli ostaggi ancora tenuti nelle mani di Hamas e del Jihad, ha scritto un manifesto di odio politico che isola Israele e ha firmato un assegno in bianco al terrorismo islamico. Usciamo dalla Corte.
Susanna Nirenstein
Al direttore – Sconvolta, stupefatta e orripilata dalla sentenza di condanna contro Netanyahu e Gallant mi associo con tutto il cuore alla richiesta di Giuliano Ferrara al governo italiano di uscire immediatamente da quell’incredibile corte di ingiustizia, ormai priva di ogni credibilità per una qualsiasi retta coscienza. Sarebbe bello che il Foglio si facesse promotore di un appello il più corale possibile in tal senso. Israele merita e ha estremo bisogno del forte sostegno di tutti i “decent men” rimasti in questo dilagare della barbarie antisemita.
Francesca Benvenuti
Al direttore – Conte ormai non arriva al 5 per cento nemmeno se lo lasci in carica tutta la notte.
Michele Magno