Film e libri da leggere per proteggersi dalla nuova intifada globale

La letteratura e il cinema ricordano le epoche buie dove trionfano i lati peggiori degli esseri umani che credono di poter togliere la vita o la dignità a dei cittadini dei loro paesi solo perché sono ebrei o di altre minoranze

Dopo un lungo viaggio in America dove ho vissuto le speranze, le paure, le delusioni e i trionfalismi che si sono conclusi con la vittoria totale di Trump, sono tornato a Londra, ho seguito sulla Bbc la nuova “Notte dei cristalli” di Amsterdam, ho ascoltato con preoccupazione i nuovi atti di antisemitismo che travolgono l’Europa, ho osservato con preoccupazione le nuove testimonianze di odio nei confronti del popolo ebraico, comprese quelle degli ultimi giorni, e mi venuto naturale ragionare su un viaggio diverso, meno leggero rispetto a quelli offerti negli ultimi mesi ai lettori del Foglio, ma non meno importante. Un viaggio nel nostro presente attraverso il nostro passato.

Per questo, ai giornalisti e ai lettori del Foglio, che mi sembrano molto preoccupati e indignati dalla crescita esponenziale di atti e manifestazioni antisemite nei paesi europei e non solo, dove appena ottanta anni fa sono stati sterminati sei milioni di ebrei, vorrei consigliare di viaggiare nel tempo, e nel presente, leggendo alcuni libri e vedendo un film. Qualche esempio, per capirci. “Il mondo di ieri”, di Stefan Zweig. “Gli occhiali d’oro” di Giorgio Bassani. “Infanzia di un capo”, un racconto di Jean-Paul Sartre. “La colonia penale”, un racconto di Franz Kafka. “Badenheim 1939”, di Aharon Appelfeld. “Se questo è un uomo” di Primo Levi. E il film che consiglio è di Louis Malle: “Cognome e nome: Lacombe Lucien”. La lettura di quei testi e il film di Malle ci fanno capire cosa significa la paura, la discriminazione, la banalità del male, la formazione di un ragazzo che diventa un estremista, la fine repentina di una dittatura, ebrei che in una stazione termale dove per anni hanno trascorso vacanze tranquille nell’estate del 1939 si ingozzano di pasticcini per placare l’ansia alla vigilia di un viaggio in treno che li deporterà verso un campo di sterminio da dove non avranno ritorno.

Le pagine degli scrittori che ho menzionato sono dolorose da leggere ma fanno capire che la letteratura e la poesia sanno testimoniare l’arrivo di un’ennesima epoca buia dove trionfano i lati peggiori degli esseri umani che credono di poter togliere la vita o la dignità a dei cittadini dei loro paesi solo perché sono ebrei o di altre minoranze. Alla fine però saranno loro a perdere ogni dignità perché la loro macchina infernale finirà per autodistruggersi. Purtroppo, come dice Giambattista Vico, ci sono sempre i corsi e i ricorsi e oggi in Italia e in tutta l’Europa e nel mondo sta tornando il virus di un rinnovato antisemitismo che nasce dalla frustrazione e dall’ignoranza.

Purtroppo, lo sappiamo, stiamo attraversando un’epoca in cui la violenza, le armi, le guerre il concetto di nemico sono tornati alla ribalta come nel passato. E allora cosa fare? Non avere paura, non piegare le ginocchia, buttare acqua sul fuoco. Ma anche leggere quei libri di cui ho scritto sopra. Non ne ho raccontato la trama per rispetto di chi li ha scritti. Vanno letti dalla prima all’ultima pagina e non si possono riassumere perché sono testimonianze troppo profonde. Forse chi leggerà capirà molte cose e anche se la letteratura non può fermare i corsi e i ricorsi della storia, è importante che si sia testimoniato, scritto, riflettuto, denunciato, spiegato come in un attimo può tornare il male, la violenza e la sua esaltazione. Mi viene da concludere con una frase di una novella romantica tedesca di Theodor Storm, “Immensee”: “Vorrei dormire , ma tu devi ballare”.

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