L’ex giocatore della Juventus dovrà saltare le prossime sette partite giocate in Inghilterra, Europa League compresa. Intanto Vinicius in Spagna continua a fare il piagnone: prima provoca, poi lancia accuse di razzismo
Più scontata di un comunicato stampa di un certo sito porno per far sapere ai media che durante un evento sportivo – in questo caso: la finale di Sinner alle Finals – c’è stato un calo di visite sulle proprie pagine vietate ai minori (e i giornali ci cascano, pensano sia una notizia e fanno pubblicità), è arrivata la squalifica per razzismo a Rodrigo Bentancur. Il giocatore del Tottenham aveva osato dire, ospite di una trasmissione televisiva di intrattenimento, che i coreani si assomigliano quasi tutti: parlava del compagno di squadra Son, il quale ovviamente non si era offeso, anzi. Niente da fare, la mannaia dell’imbecillemente corretto ha fatto sì che l’ex giocatore della Juventus debba saltare le prossime sette partite giocate in Inghilterra, Europa League compresa (in trasferta invece potrà giocare). In attesa che intervenga anche la Corte dell’Aia a chiederne l’arresto, alzo la pinta per il povero Rodrigo, bollato di razzismo come i bambini che a scuola chiamano “cinese” il compagno cinese e vengono mandati dal preside.
Non la alzo invece per Vinicius, che da anni lamenta episodi di razzismo nei suoi confronti da parte dei tifosi durante le partite, tifosi che lui può ovviamente provocare per novanta minuti. L’attaccante piagnone del Real Madrid si è rallegrato per il fatto che in Spagna “finalmente qualcosa si muove” e che “siamo sulla strada giusta per combattere il razzismo: negli ultimi mesi siamo riusciti a mettere 3-4 persone in carcere e farle pagare per il loro crimine”. Ora io sono d’accordo sul fatto che chiamare scimmia il giocatore brasiliano sia una cosa grave e da non fare, ma penso anche che tra l’indifferenza e un anno di carcere ci siano vie di mezzo percorribili. E che sia pericoloso pensare di rieducare la massa a colpi di condanne esemplari.
Non conosce invece vie di mezzo la stampa sportiva, disperata durante le settimane di pausa per le Nazionali: nei giorni scorsi ci è toccato leggere imbarazzanti esaltazioni giornalistiche della “impresa titanica” di San Marino, promosso in Lega C di Nations League dopo avere battuto nientepopodimenoche Gibilterra e Liechtenstein. Ma non lo aveva mai fatto, dicono i segaioli delle statistiche. Grazie al cazzo, dico io: a forza di aggiungere partite e tornei inutili a cui possono partecipare anche i Puffi, prima o poi anche le più scarse faranno risultato. Ma la cosa ridicola sono i calcoli di chi dice che San Marino adesso “può sognare il Mondiale”. Più dell’Italia, sicuro. Io nel dubbio preferisco sognare la mia bionda al bancone del pub.