Dalla cacciata di Alberto Gilardino senza alcun riguardo, ai confusi e contestati cambi di allenatore voluti dai Friedkin. Nel calcio italiano i padroni made in Usa ne combinano di tutti i colori
Volevano fare gli americani, sono diventati i nuovi mostri. Con un pallone sgonfio tra i piedi. Nel calcio italiano i padroni made in Usa ne combinano di tutti i colori, almeno quelli atterrati a Roma e Genova. Partiamo dagli ultimi. Quel che resta dei 777, arrivati in Italia da Miami nel settembre 2021: si sono presi il Genoa a furor di popolo, ora sembrano stare peggio di tutti. O almeno sono i più confusi. Hanno appena mandato a casa senza nessun riguardo Alberto Gilardino, un allenatore che li aveva riportati in serie A. E appena arrivato in A aveva centrato l’undicesimo posto. Quest’estate hanno pensato di fare una furbata: hanno incassato 28.093 abbonamenti. Poi hanno venduto i pezzi pregiati: da Mateo Retegui ad Albert Gudmundsson, solo per fare due nomi. Dopo, in barba ai tifosi. Malgrado tutto il Grifone di Gilardino stava risalendo la classifica. A fatica, va bene, ma comunque fuori dalla zona retrocessione. E Gilardino, insieme al presidente Alberto Zangrillo (italianissimo) era l’unico riferimento per quello che viene definito il “popolo genoano”.
Intanto a Genova le voci in città corrono come il vento: “Un nuovo allenatore? Solo perché sta arrivando una nuova proprietà”. Sarà, ma gli imprenditori locali si guardano bene dall’esporsi, definirli prudenti è riduttivo e il calcio costa. E allora via con Fantasilandia, vale un po’ tutto. Si parla, ovvio, di altri americani. Intanto i 777, quelli che già ci sono e il loro “gendarme a Genova”, lo spagnolo Andres Blazquez, hanno pensato fosse arrivato il momento di sostituire Gilardino con Patrick Vieira, che come Gila in campo ha vinto un Mondiale. Peccato che il francese come allenatore abbia dimostrato fin qui di essere una mezza pippa: due esoneri a Nizza e Crystal Palace, una risoluzione consensuale del contratto nell’ultima stagione, a Strasburgo, in Ligue 1.
Alla Roma i contestatissimi Friedkin, papà Dan e tutto il gruppo, a guardar hanno fatto meno peggio. Non è un giudizio qualunque, lo usava Gianni Brera quando usciva dal campo Riccardo Sogliano. “Esce il meno peggio” perché dire il migliore risultata impossibile. Comunque i Friedkin, pure loro confusi al punto giusto, hanno mandato via Daniele De Rossi per prendere Ivan Juric, uno che tra Verona e Torino qualcosa di buono aveva dimostrato. Così credevano di essere saliti sulla “Ruota delle Meraviglie”, come in uno degli ultimi film di Woody Allen. Invece la ruota ha schiacciato pure Juric e allora via, con la romanità sicura, ecco Claudio Ranieri. Che non è solo romano, ma pure un grande allenatore, c’è da scommetterci che farà bene.
Mentre Patrick Vieira resta solo una grande (inspiegabile) scommessa. O forse una spiegazione c’è, è la voglia di fare un po’ di cinema, “cambiare la narrazione”. Lo dicevano anche alla Juventus, quando pensavano di riscrivere in stile sabaudo le puntate di Un posto al sole, strappando al Napoli Gonzalo Higuain o Maurizio Sarri. Cosa c’era di più spettacolare che portar via le perle pregiate al nemico? Sembrava quasi meglio che strappare Cristiano Ronaldo al Real . Beh, sappiamo come è andata a finire. Il calcio non è cinematografo, è più spietato. Se sbagli paghi, non c’è sempre un altro ciak.