Che c’è dietro alla sorpresa San Marino

Dalle botte in casa con l’Albania al sogno: alzare l’asticella, con ogni match che vale sempre come una finale. Mister Cevoli: “Che piacere i complimenti di Ancelotti”

Immaginatevi di essere una squadra che nella sua storia non ha mai vinto in trasferta, sotto di un gol dopo un primo tempo dominato. “La vera svolta del nostro percorso”, dice Nicola Nanni, capitano di San Marino in una notte epocale. “In altre situazioni di svantaggio, sarebbe stata una montagna. Invece negli spogliatoi il mister ha toccato le corde giuste, dandoci la tranquillità necessaria per continuare così. E siamo andati come un treno”. Pareggio immediato. Poi il rigore del sorpasso, segnato proprio da Nanni. “Sentivo che quella palla doveva entrare: la chiusura di un cerchio, dopo il penalty del pareggio contro Gibilterra”. Nel finale arriva perfino il gol della sicurezza. Della sbornia, “con un centinaio di tifosi al nostro seguito, più tutti quelli che ci aspettavano a casa”. La vittoria per 1-3 sul campo del Liechtenstein, questa settimana, ha rotto diversi record in un colpo. La prima lontano dal Titano, la prima in rimonta, la prima volta anche con tre reti all’attivo in partite ufficiali. E soprattutto, la partita del primo posto in Nations League D. Con finestra sul Mondiale – tecnicamente, in base a cervellotiche combinazioni, disterebbe soltanto due gare. “Il sogno di chiunque calci un pallone. Perché fermarci? È bello festeggiare e sentirsi legittimati a dire si può. Dunque ora andiamo avanti, alziamo l’asticella: per noi non esiste amichevole, ogni match vale sempre una finale. Altrimenti lasciamo occasioni per strada”.



Da qualche tempo, la Nazionale più battuta del mondo sta imparando a non farlo più. A divertirsi, sapere di valere. L’altra svolta, secondo Nanni – a 24 anni è già un veterano e tra i pochi pro di questo gruppo, in Serie C con la Torres – è stata “con l’arrivo di Roberto Cevoli in panchina: le avvisaglie c’erano, quello però è stato il segnale della nostra Federazione per cambiare mentalità”. Un allenatore professionista, cresciuto a San Marino. “Volevo tornare indietro ciò che questo paese mi aveva dato all’inizio della mia carriera”, racconta al Foglio Sportivo. “Che tipo di ambiente ho trovato? Un’organizzazione spettacolare: avanti anni luce rispetto ai club. Ma anche un gruppo di ragazzi un po’ demoralizzati: non è facile sentirsi destinati a perdere sempre. Quindi ho cercato di lavorare sull’aspetto mentale, rendendomi conto che c’erano tante qualità inespresse. Mi hanno chiamato per valorizzare i giovani, ho concretizzato questo pensiero. Nessuno di noi però avrebbe mai immaginato di realizzare tutto questo nel giro di così poco”.



Cevoli ha firmato il 12 dicembre 2023. E il debutto in campo risale allo scorso marzo. “I miei trascorsi hanno aiutato”, spiega l’ex difensore. Vent’anni fa, mentre San Marino vinceva la sua prima (e a lungo unica) partita di sempre, lui giocava in Serie A con la maglia del Modena. “Questi ragazzi mi vedono come uno che ce l’ha fatta: anche per questo hanno dimostrato un’incredibile voglia di ascoltare. Di allenarsi a duemila. Voglia e determinazione che ci hanno lasciato di stucco”. Già a settembre, all’esordio ufficiale, arriva la vittoria – sempre contro il Liechtenstein. “Una liberazione: era da troppo che questa gente l’aspettava. Ma soprattutto ci ha dato la consapevolezza di poter andare oltre. Da lì in poi abbiamo espresso una fiducia diversa. E pure gli avversari si rendono conto che ormai è più difficile batterci: la nostra crescita è riconosciuta da tutti”.



San Marino insomma non è più la Cenerentola del ranking Fifa, materasso da goleade. Nelle ultime 30 gare, soltanto una volta ha subito più di quattro reti (erano state 5 nelle precedenti 10). Il primo centro di Nanni è datato settembre 2021, due anni e un’èra calcistica fa: 1-7 contro la Polonia di Lewandowski. “Da quel giorno è cambiato tanto”, riprende l’attaccante. “Abbiamo imparato a giocarcela a viso aperto. Ma sempre da responsabili del nostro privilegio: siamo un piccolo paesino, però abbiamo la fortuna di rappresentare una nazione. In tanti vorrebbero essere al nostro posto”. Le sfide più belle? “I grandi stadi come Wembley e il Re Baldovino mettono i brividi. Eppure mi diverto di più contro le squadre dell’est Europa: per cultura calcistica non tirano mai indietro la gamba. Quante botte, quella volta in casa con l’Albania. Ma sempre con grande rispetto”. L’avversario più sorprendente? “Lukaku, un’umiltà fuori dal comune. A fine partita è venuto a stringerci la mano: glielo leggevi negli occhi che non erano parole di circostanza”.



Per mister Cevoli invece, i complimenti più speciali sono arrivati proprio poche ore prima di questa chiacchierata. “Mi arriva una telefonata: numero sconosciuto, lascio scorrere. Poi una seconda. Stavolta rispondo: era Carlo Ancelotti”, suo allenatore ai tempi della Reggiana. “E il migliore in circolazione. Che piacere mi ha fatto, non lo sentivo da una vita”. Miracoli di Nations League. “Sarà anche criticata. Ma per le squadre come la nostra è fantastica”. Da vincere, poi, chi l’avrebbe mai detto.

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