Parlamentari leghisti hanno presentato un emendamento, poi approvato, che impone la condizione di una residenza in Italia di almeno due anni per poter chiedere il ricongiungimento familiare. La norma serve a impedire abusi nelle procedure
Parlamentari della Lega hanno presentato un emendamento, poi approvato, che impone la condizione di una residenza in Italia di almeno due anni per poter chiedere il ricongiungimento familiare. Da questa norma sono esentati gli stranieri che hanno ottenuto il permesso di soggiorno conseguente alla protezione internazionale. A prima vista sembra un accanimento esagerato contro gli immigrati, in linea con le posizioni oltranziste della Lega su questa questione. A ben vedere però in questo caso c’è un elemento di buon senso che non deve essere trascurato. Col diritto al ricongiungimento familiare senza condizioni si possono verificare, e si sono verificate, situazioni discutibili.
Lo straniero appena arrivato chiede il ricongiungimento, i suoi famigliari, appena arrivati chiedono il ricongiungimento con altri famigliari e così via. In sostanza se c’è una ragione per far entrare il primo, si determina una catena che consente di entrare in Italia a molti altri che magari poi non è facile integrare né sul piano dell’occupazione né su quello della residenza. Si dirà che deve prevalere il principio umanitario, ma con la nuova norma questo principio non viene negato, bensì sottoposto a condizioni che ne impediscano un abuso. Bisogna infatti anche riflettere sulle conseguenze pratiche e politiche di un ampliamento non controllato dell’immigrazione.
Basta pensare a quello che è accaduto in America per lo scarso controllo dell’immigrazione dal Messico, e come un avventuriero come Donald Trump ha potuto largamente approfittarne. Un’immigrazione controllata è indispensabile all’economia italiana, soprattutto se riesce a sfociare in una effettiva integrazione, che però per realizzarsi effettivamente richiede condizioni tali da rendere effettivo il controllo. Altrimenti l’apertura indiscriminata finisce col provocare effetti dannosi per tutti, immigrati regolari per primi.