“Azione deve chiudere con le ambiguità del passato e consolidare la propria identità liberale in modo propositivo, e non solo come contrapposizione al conservatorismo della destra e allo statalismo della sinistra. Deve farsi promotrice di un’alternativa politica unitaria, solida e riconoscibile”, ci scrive la vicepresidente di Azione
Al direttore – Cinque anni fa ho aderito al processo costituente di Azione perché credevo che l’intuizione di Carlo Calenda fosse la novità che serviva al nostro paese. I successi che abbiamo raggiunto, dal 20 per cento alle comunali romane al 7,8 per cento del Terzo polo lo hanno ampiamente dimostrato. Tuttavia, nell’ultimo anno qualcosa è cambiato: Azione ha perso la propria freschezza, la capacità attrattiva e parte di quel radicamento territoriale che l’avevano resa così capace di incidere. I risultati delle elezioni europee e delle regionali lo certificano. Smettendo di interpretare il ruolo che ci eravamo dati nel nostro Manifesto, ovvero quello di “lavorare per l’unità e il rinnovamento delle forze liberal democratiche”, abbiamo condannato noi e i nostri alleati naturali all’irrilevanza. Ho deciso di candidarmi al ruolo di segretario di Azione perché sono convinta che proprio dal nostro partito possa partire il rilancio di quest’area. Azione deve chiudere con le ambiguità del passato e consolidare la propria identità liberale in modo propositivo, e non solo come contrapposizione al conservatorismo della destra e allo statalismo della sinistra. Deve farsi promotrice di un’alternativa politica unitaria, solida e riconoscibile, che difenda la libertà di impresa, le nuove generazioni e i diritti sociali e civili di tutti. Per farlo, ci vuole un partito con una classe dirigente dialogante, pragmatica e plurale. Una classe dirigente coltivata sui territori con chi in questi anni ha contribuito con il proprio impegno e il proprio tempo. Serve un’organizzazione efficace, trasparente e autenticamente inclusiva, fondata sulla collegialità e su deleghe chiare, assegnate in base al merito e capaci di valorizzare il talento e la dedizione. Oggi mi rivolgo a tutti coloro che credono nei valori liberal-democratici e che hanno riposto fiducia e speranza nel progetto di Azione: è il momento di unirci e agire. Azione è più forte di chi la vuole debole, dimostriamolo durante questo congresso. Ora dipende da noi.
on. Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione
Risponde il direttore Claudio Cerasa: In bocca al lupo.