Israele spiega a Greta e agli apocalittici green come si fa ambientalismo

Lo stato ebraico è leader mondiale nell’utilizzo dell’energia solare e nella conservazione dell’acqua e lo dimostrano le start up israeliane alla conferenza dell’Onu. Bella lezione a chi urla “nessuna giustizia climatica in Palestina”

Nel suo romanzo “Idromania” (Giuntina), lo scrittore israeliano Assaf Gavron immagina un futuro (il 2067) in cui i nuovi equilibri geopolitici sono legati al dominio sull’acqua che scarseggia. Uno scenario apocalittico alla Greta Thunberg che però contiene un fondo di verità: Israele, che ha abbondanza di deserto e penuria di acqua, da anni ha investito per evitare di sprecarne anche una sola goccia. Così, alla Cop29 sul clima in corso a Baku, Israele ha presentato una delle sue start-up, H2oll, sviluppata presso il Technion-Israel Institute of Technology boicottato dalle università occidentali che si pasciono nell’ecologismo, e in grado di estrarre acqua dall’aria rarefatta nel deserto.

Gideon Behar, “inviato speciale per il cambiamento climatico e la sostenibilità” d’Israele, guida la delegazione di Gerusalemme alla 29a Conferenza dell’Onu sul clima a Baku, in Azerbaigian. “A causa della nostra storia, Israele è una superpotenza globale nell’innovazione climatica”, racconta Behar. “Israele può davvero rendere il pianeta un posto migliore”.

Bella lezione agli ecologisti occidentali alla Greta che urlano “nessuna giustizia climatica in Palestina”. Israele è leader mondiale nell’utilizzo dell’energia solare e nella conservazione dell’acqua (oggi la desalinizzazione fornisce più dell’80 per cento dell’acqua che bevono gli israeliani). Israele tratta l’86 per cento delle sue acque reflue domestiche e le ricicla per uso agricolo. Al secondo posto la Spagna con il 17 per cento (gli Stati Uniti riciclano solo l’un per cento).

Un’altra start up israeliana presentata all’Onu è BlueGreen, con cui Israele elimina le fioriture di alghe tossiche, ripristinando l’equilibrio ecologico naturale nei laghi e nei bacini idrici. Una manna per i paesi africani e mediorientali.

Innovazione, pionierismo e genio ebraico: così Israele è diventata più green di tutti i soloni ambientalisti occidentali che annunciano l’apocalisse, tirano zuppe sui dipinti e urlano “dal fiume al mare”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

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