Europa e America devono fare la massima pressione su Putin, finché c’è tempo

L’occidente deve muoversi in fretta per assicurare a Kyiv le forniture di armi e i pacchetti di aiuti stanziati anche in altri consessi. Soprattutto, insiste Anne Applebaum, trasferire gli asset russi congelati all’Ucraina

In questi giorni di subbuglio americano, con Donald Trump che propone un governo di incompetente disruption e Volodymyr Zelensky che sembra l’unico, in Europa, che si è attrezzato per prendere le misure all’America che verrà, molti esperti dicono all’Amministrazione Biden di muoversi in fretta e determinata con l’Ucraina, in questo scampolo di tempo che ha ancora a disposizione. Anne Applebaum, che tra tutti i commentatori è la più chiara oltre che quella che si fa meno illusioni sul secondo Trump, ribadisce in un articolo sull’Atlantic una premessa fondamentale: l’idea negoziale che balena di continuo in un occidente che vuole porre fine alla guerra purchessia, quella della “land for peace”, cioè lasciare pezzi di terra ucraina a Vladimir Putin e chiamarla pace, può essere affascinante, ma non è soddisfacente nemmeno per il presidente russo, “che non combatte per la terra, non vuole conquistare Pokrovsk, ma vuole distruggere l’Ucraina come nazione, vuole dimostrare che le ambizioni democratiche dell’Ucraina sono senza speranza”. E’ per questo che il calcolo osceno di chilometri di terra da consegnare all’occupazione russa (è osceno perché è una conquista mortifera e perché condanna alla repressione milioni di ucraini) non accontenterà mai Putin. Ed è per questo che l’occidente deve muoversi in fretta per assicurare a Kyiv le forniture di armi, i pacchetti di aiuti via via stanziati anche in altri consessi, come il G7, e, insiste Applebaum, per “trasferire gli asset russi congelati all’Ucraina, non soltanto gli interessi, ma il capitale”. Questi fondi, più di 300 miliardi di dollari, sono una garanzia per Kyiv nei prossimi mesi e sia l’Europa, dove sta la maggior parte di questi fondi, sia l’America devono smetterla con i rimandi e i tentennamenti: “O la Russia capisce che questa guerra non potrà mai vincerla, o dovremo gestire le conseguenze di perdere l’Ucraina, ben più inquietanti e costose”.

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