“Aspettiamo di leggere la sentenza della Consulta, miglioreremo la legge in Aula. Noi l’abbiamo votata convintamente”, dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento che apre al superamento della fiamma nel simbolo di FdI. “Prima o poi succederà. I tempi cambiano”
Arrivederci Autonomia. “Il Parlamento avrà tutto il tempo per correggere la legge. Manca un sacco alla fine della legislatura”, dice Luca Ciriani. “Innanzitutto bisogna leggere la sentenza – aggiunge il ministro per i Rapporti con il Parlamento – Ma credo soprattutto che la Consulta abbia fatto chiarezza. Politicamente, ma anche dal punto tecnico-giuridico ha confermato che l’impianto della norma è costituzionale”.
Ciriani parla da Stresa, ospite dell’annuale forum organizzato dalla Fondazione iniziativa Europa. Parla di Autonomia sopratutto, ma anche dell’attualità, degli scontri a Torino. “L’estremismo rosso è un pericolo per la democrazia. Ci aspettiamo una condanna non formale dalla sinistra”. Apre anche, e non è cosa di tutti i giorni per i meloniani, al superamento della fiamma nel simbolo di FdI: “Prima o poi arriverà quel momento. Mi dispiacerà”. Ma i tempi cambiano e Ciriani sembra esserne consapevole.
Il tema caldo resta comunque l’Autonomia. Ciriani assicura di non “aver stappato nessuna bottiglia”, dopo la pronuncia dei giudici. Perché a quella legge ci crede davvero pure FdI. Chissà. Il ministro prende quindi atto delle contestazioni della Corte costituzionale, e però sui tempi non si pronuncia. C’è traffico in Parlamento. “Per il mese di novembre e dicembre il calendario dei lavori parlamentari è già chiuso. C’è la sessione di bilancio, il regolamento esclude qualsiasi intervento diverso, che non siano i decreti”.
E poi ci sono le altre grandi riforme della coalizione che governa, i provvedimenti bandiera di ogni partito. “Certo, il cammino delle riforme ha tanta carne a fuoco. Oltre all’autonomia, c’è il premierato e la separazione delle carriere, ma questo non ci spaventa”. La priorità? “Sono tutte importanti, cerchiamo di mandarle avanti in maniera coordinata, parallelamente”, si affida alla diplomazia il ministro rispondendo alle domande dei giornalisti. “Abbiamo fatto la prima lettura del premierato. Siamo quasi pronti e arriverà in aula alla fine del mese la separazione delle carriere. Poi riprenderemo nuovamente il premierato l’anno prossimo”. E l’autonomia? “ Attendiamo di capire la sentenza della Consulta e agiremo di conseguenza”.
Il ministro spiega che i rilievi mossi dai giudici della Consulta verranno trattati con massima cura. Nessuna politicizzazione questa volta, nessuno scontro. “Ci sono delle critiche, dei miglioramenti che la Corte ci spinge a fare. Aspettiamo la sentenza. Ne prenderemo visione e naturalmente replicheremo, ci adatteremo per migliorare la legge”. Ciriani in ogni caso non ha fretta: “C’è tanto tempo”, ribadirà più volte. “Non sono preoccupato”. Le legge si farà.
Gli amici della Lega, insomma, possono stare tranquilli? “Le riforme di cui stiamo parlando, non sono le riforme di un partito. Appartengono a una coalizione che si è presentata insieme alle elezioni, con un programma. Noi le abbiamo votate lealmente e convintamente”, risponde Ciriani. “Personalmente, io che provengo da una regione a statuto speciale come il Friuli-Venezia Giulia, ritengo sia una leva di crescita. Credo che tutte le regioni dovrebbero tentare questa strada. Non è un favore, né un privilegio ma vuol dire più responsabilità. Se tutti avessero il coraggio di assumersi più responsabilità, la politica funzionerebbe meglio”.
Eppure gli altri alleati, Forza Italia, sin dal principio hanno mosso qualche obiezione. Hanno creato pure un osservatorio per vigilare legge bandiera del Carroccio. Pare che ieri fossero contenti. “Io parlo per me, dico soltanto che adesso un rallentamento è inevitabile. Ma ribadisco: politicamente l’idea dell’autonomia rimane valida. Noi – conclude Ciriani – non abbiamo cambiato idea, non si può cambiare idea in ogni momento”.