Umbri per caso. Dopo essersi evitati per tutta la campagna elettorale Conte e Schlein si ritrovano a Terni

Questa mattina le opposizioni saranno insieme alla candidata del campo largo, Stefani Proietti, per un sit-in sulla sanità pubblica. “Ma nessun coordinamento con gli altri”, spiegavano dal quartier generale del M5s. Sulle regionali grillini e dem hanno giocato due partite diverse

In Liguria, per chiudere la campagna di Andrea Orlando, quantomeno ci avevano provato. Quella volta, addirittura, Nicola Fratoianni arrivò a dire: “Essere contro questa destra è di per sé un formidabile programma politico”. Era stato troppo ottimista. In Umbria invece, dove la partita sarebbe ancora aperta, i leader dell’opposizione hanno provato in tutti i modi a non farsi vedere insieme. Non ce l’hanno fatta. Questa mattina infatti si troveranno – dovrebbero, il condizionale è sempre d’obbligo con questo campo largo – davanti all’ospedale Santa Maria di Terni. Niente palchi, nessun comizio ma un sit-in in difesa della sanità pubblica, tema centrale del progetto di Stefania Proietti, la candidata “indipendente” del centrosinistra (più o meno) unito. Ci saranno Fratoianni e Angelo Bonelli, i frontman di Avs, e soprattutto Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Insieme ma un po’ per caso. Forse per necessità? E a sentire gli staff sembrerebbe nemmeno troppo convintamente.

Sarete in piazza con gli altri partiti? “Noi ci saremo sicuramente, se ci saranno anche gli altri leader non sappiamo dirlo”, rispondevano ieri mattina dal quartier generale del M5s. Non è una iniziativa coordinata? “No”. Difficile in realtà che non lo sia stata, ma la versione che arriva da Via di Campo Marzio non sorprende. Semmai conferma i turbolenti rapporti con il Nazareno, il fatto che per tutta la campagna elettorale, e questo vale anche per l’Emilia-Romagna, Conte e Schlein abbiano giocato a nascondino. Ieri per esempio il presidente del M5s ha tenuto una serie di iniziative tra Bologna e provincia. La segretaria del Pd era a Perugia per l’ultimo evento elettorale targato dem. E se il primo nelle ultime settimane ha rimarcato spesso che “non c’è nessuna alleanza strutturale, nessun coordinamento”, nemmeno sugli emendamenti in comune delle opposizioni alla legge di Bilancio, la seconda ha continuato a sostenere la necessità delle convergenze, quel “testardamente unitari” che rischia di diventare un boomerang.

La sensazione è che dem e M5s stiano giocando ancora una volta delle partite molto diverse, tra sospetti reciproci e qualche sgambetto. Le regionali per i grillini valgono il giusto, cioè poco. Sono affari del Pd. Perché il Movimento ha altro a cui pensare, c’è la sfida finale a Beppe Grillo e la costituente, un’identità da ritrovare e rilanciare. “Lasciateci perseguire la nostra idea di paese”. E questo, ne è convinto Conte, non può accadere nell’abbraccio soffocante di un’alleanza.

Il Pd invece le regionali sembra volerle vincere davvero. In Emilia-Romagna ha un suo candidato, va bene. Ma anche in Umbria la segretaria si è fatta vedere e poi lo ha fatto sapere. Cosa che non si può dire, non nella stessa misura, di Conte e dei suoi. Basta farsi un giro sui principali canali di comunicazione per avere un’idea. Fino a ieri nella home page del sito M5s non c’era traccia delle regionali. Sui social di Conte solo qualche piccolo accenno, mai però i nomi dei candidati alla presidenza, figuriamoci i richiami alla coalizione. E’ accaduto anche due giorni fa quando Conte era proprio a Terni per protestare contro l’inceneritore. Schlein invece non si nasconde, eccola in prima fila con Stefania Proietti, un post o una foto per tirare la volata. Sarà solo comunicazione ma restituisce in qualche modo lo stato dell’arte. E in Umbria – dove pure Avs può fare bene, Fratoianni ed Elisabetta Piccolotti sono legati al territorio – non è incoraggiante per una coalizione che fino a qualche settimana fa pensava al cappotto sui territori e ora rischia di vincere solo in Emilia-Romagna. Forse Conte ha fiutato l’aria e preferisce che le sconfitte se le intestino gli altri. Anche questo fa parte del gioco.

Un tempo l’unità era un valore della sinistra, erano altri tempi. Ieri invece è stato il centrodestra a chiudere la campagna di Donatella Tesei a Perugia con tutti i suoi big – c’erano Meloni, Salvini e Tajani. La candidata di centrosinistra Proietti, lo aveva detto al Foglio, la pensa diversamente: “Quando vengono qui, i ‘big’ possono sedere in platea. Non occorre che parlino”. Non ha tutti i torti.

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