Salto di qualità antisemita. Un episodio che non può essere minimizzato, né per gli argomenti addotti né per il fatto di avere aggredito un’azienda strategia per il paese e i suoi lavoratori, di cui è stata minacciata la sicurezza. Manca sempre la condanna del Pd
Un gruppo di facinorosi ha sfondato i cancelli della società Leonardo a Torino per protestare contro ciò che fa lo “Stato illegittimo di Israele ai danni del popolo palestinese”. Dopo aver imbrattato l’edificio sono saliti sul tetto, prima di essere sgomberati e identificati dalla forze dell’ordine. La definizione di Israele come “Stato illegittimo”, oltre che ovviamente infondata, rappresenta una adesione alle tesi più estremistiche degli islamisti e e dei loro fiancheggiatori occidentali che puntano alla distruzione di Israele. L’episodio non può essere minimizzato, né per gli argomenti addotti né per il fatto di avere aggredito un’azienda strategia per il paese e i suoi lavoratori, di cui è stata minacciata la sicurezza.
Ha reagito tempestivamente anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha ricordato che “nello stabilimento era in corso anche un’importante riunione con personale della Difesa”. Aggiungendo un giudizio lapidario: “Queste persone vanno trattate per ciò che sono, pericolosi eversivi, non vezzeggiate come è accaduto a Bologna”. L’assalto a Leonardo segna un salto di qualità nell’azione antisemita e anti israeliana, perché punta a devastare e intimidire le aziende italiane accusate di avere rapporti con lo stato ebraico.
Crosetto fa bene a mettere in luce la “comprensione” di cui godono questi agitatori, che così si sentono autorizzati e incoraggiati a puntare a obiettivi sempre più rilevanti. Non è solo una questione di ordine pubblico, c’è un problema politico colossale. Il principale partito di opposizione deve chiarire se considera accettabile un comportamento e obiettivi, come quello della distruzione dello “Stato illegittimo di Israele”, o se si distingue con nettezza da queste posizioni deliranti e da queste manifestazioni. Se sente davvero l’impegno antifascista di cui fa sfoggio quando attacca il governo, dovrebbe trarne l’ovvia conseguenza della condanna senza incertezze delle manifestazioni di antisemitismo. Finché non lo farà, lascerà un legittimo dubbio sulla sua stessa natura di partito davvero “democratico”.