Nella capitale olandese è successo qualcosa di diverso rispetto agli altri episodi di discriminazione successivi al 7 ottobre: “È stata la definizione di pogrom: attacchi della popolazione e la polizia che non vuole intervenire”, dice il rabbino Pinchas Goldschmidt
Gli ebrei in Svezia sono stati aggrediti durante una cerimonia commemorativa della Kristallnacht. Il terrore antisemita si sta diffondendo anche ad Anversa? La polizia belga ha arrestato cinque persone nel quartiere ebraico. Stavano per attaccare gli ebrei, come ad Amsterdam. Riferisce Het Nieuwsblad che su Snapchat circolano messaggi inquietanti, come un gruppo che organizza “azioni contro gli ebrei ad Anversa”. Un ragazzino ebreo è stato picchiato per strada. E un sopravvissuto al 7 ottobre ha detto: “In Germania è il 6 ottobre”. A Berlino una squadra di calcio ebraica è messa sotto protezione della polizia dopo che un gruppo armato di bastoni e coltelli ha inseguito i membri della squadra gridando “Palestina libera” e “fottuti ebrei”.
L’incidente è avvenuto a Neukölln, un quartiere con una grande popolazione immigrata. La squadra Makkabi Berlin nella capitale tedesca è stata fondata da sopravvissuti all’Olocausto nel 1970. I giocatori del TuS Makkabi sono stati inseguiti e aggrediti da una folla armata di bastoni e coltelli, secondo il sito di notizie tedesco Tagesspiegel. Un gruppo islamico, Samidoun, fra i protagonisti delle manifestazioni in Olanda, celebra intanto le atrocità di Hamas nelle città tedesche. Seguono attacchi incendiari al centro ebraico di Berlino e alle sinagoghe di Erfurt e Oldenburg. Le forze di sicurezza hanno sventato un attacco a una sinagoga di Heidelberg, un attacco terroristico da parte di sostenitori di Hamas a Monaco, presumibilmente orchestrato dall’Iran. Persino i ristoranti di proprietà ebraica e israeliana sono diventati bersagli. A Berlino, il rinomato ristorante israeliano Bleibergs è costretto a chiudere. Sempre a Berlino, DoDa’s deve trasferirsi e Kanaan, un ristorante israeliano-palestinese, è stato saccheggiato. Schalom a Chemnitz ora opera sotto la costante protezione della polizia. Anche gli asili e le scuole primarie ebraiche sono minacciate. Studenti ebrei si sono tenuti lontani dalle lezioni per paura di essere aggrediti. Le sinagoghe hanno rafforzato la sicurezza, consigliando ai visitatori di arrivare e andarsene in gruppo, di essere vigili e di non mostrare alcun segno visibile della loro identità. Ogni settimana si svolgono dimostrazioni in cui i partecipanti negano le atrocità di Hamas e cantano “Khaybar, Khaybar, oh ebrei! L’esercito di Maometto tornerà!”, un riferimento al massacro di una tribù ebraica da parte del fondatore dell’islam.
“Non è nuovo, dal 7 ottobre abbiamo visto cosa sta succedendo, tuttavia ad Amsterdam c’è stato qualcosa di nuovo” dice al Foglio il rabbino Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza rabbinica europea, insignito del Premio Carlo Magno. Goldschmidt è stato il capo della comunità ebraica di Mosca dal 1993 al 2022, quando ha deciso di lasciare il paese a causa della guerra in Ucraina.
“Ad Amsterdam abbiamo visto un crimine organizzato, non attacchi di solitari che si alzano la mattina e vogliono colpire gli ebrei. Abbiamo visto gruppi whatsapp, autisti di Uber, prendere parte all’attacco. Ha visto gli israeliani evacuati da Israele da Amsterdam? A me ha ricordato l’evacuazione degli occidentali da Kabul da parte di Biden. La polizia e le autorità non hanno protetto i turisti israeliani. Amsterdam sta diventando Kabul?”. C’è stata una discussione se definirlo o meno un pogrom.
“E’ stata la definizione di pogrom: attacchi della popolazione e la polizia che non vuole intervenire” dice Goldschmidt. “La polizia olandese non è voluta intervenire, nonostante avesse ricevuto un’allerta da parte di Israele. Questa è la minaccia principale per gli ebrei europei oggi. La ragione, temo, è quella che abbiamo letto nei giorni precedenti l’attacco: una parte della polizia non vuole proteggere eventi e siti ebraici. E allora il problema è enorme”. In occidente, come per il 7 ottobre, si liquida quanto avvenuto come un altro affare ebraico. “Non riguarda solo gli ebrei”, conclude Goldschmidt. “Se gli europei vogliono vivere ad Amsterdam come a Kabul, tutto quello che devono fare è semplice: niente”.