Da “Accordo di Parigi” a “Geoengineering”, da “Mitigazione e adattamento” fino a “Phase out” e Unabated”. E poi una lista di acronimi: BTR, GCF, NDC… Un alfabeto minimo per capire cosa succede in Azerbaigian da oggi fino al 22 novembre
A Baku, la capitale dell’Azerbaijan, è cominciata oggi la 29esima conferenza delle Nazioni Unite per il contrasto al cambiamento climatico, che durerà fino al 22 novembre. Babbel, piattaforma online per l’apprendimento delle lingue creata nel 2007, spesso si occupa anche di analisi linguistiche. Sul Foglio, ad esempio, ci eravamo già occupati di una sua analisi sulle parole chiave della campagna elettorale statunitense. Anche per la Cop29 ha provato a compilare un glossario essenziale per aiutare a decifrare i temi in discussione. A partire ovviamente da Cop.
COP – Conference of the Parties (Conferenza delle Parti). È l’incontro annuale dei paesi firmatari della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), durante il quale si valutano gli impegni climatici e si stabiliscono nuove strategie globali.
Ma ci sono ovviamente anche altre parole chiave. In ordine alfabetico:
Abated. Significa “ridotto” o “attenuato”. In questo contesto, indica i combustibili fossili il cui utilizzo è accompagnato da tecnologie per catturare una parte delle emissioni, riducendo così l’impatto ambientale. Non esiste però una definizione universalmente concordata su quanta parte delle emissioni debba essere trattenuta per poter considerare un combustibile “abated”.
Accordo di Parigi. Sottoscritto nel 2015, mira a mantenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con sforzi per limitarlo a 1,5°C. Prevede che i paesi sviluppino piani nazionali (NDC) per ridurre le emissioni e sostengano i paesi in via di sviluppo.
BTR. Biennial Transparency Report (Rapporto biennale sulla trasparenza). È una versione più approfondita e completa dei BUR (Biennial Updated Reports), introdotti alla COP24 di Katowice. Mentre i BUR offrivano aggiornamenti biennali sui progressi climatici delle parti, il BTR mira a fornire un quadro ancora più dettagliato su mitigazione, adattamento, perdite, danni e finanza climatica, con l’obiettivo di garantire una trasparenza a 360° dei progressi compiuti da ciascuno Stato.
Carbon Capture and Storage – Cattura e stoccaggio del carbonio. È una tecnologia che cattura l’anidride carbonica emessa da processi industriali e la immagazzina, evitando che venga rilasciata nell’atmosfera. È fondamentale per raggiungere le emissioni nette zero, ma è controversa per via degli alti costi e della complessità tecnica.
Geoengineering. Si riferisce ad un insieme di tecnologie “speculative” progettate per modificare su larga scala il clima terrestre, con l’obiettivo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Questo termine comprende una gamma di interventi ancora poco testati, che spaziano da tecniche come l’iniezione di aerosol nella stratosfera per riflettere la radiazione solare, fino a interventi come la verniciatura dei tetti in colori chiari per ridurre l’assorbimento di calore. Durante la COP28, questo tema ha suscitato dibattiti accesi, con organizzazioni della società civile come la Women and Gender Constituency e la Climate Action Network che avvertono che tali tecnologie speculative potrebbero distogliere l’attenzione dalla necessità urgente di ridurre le emissioni di gas serra. Il loro timore è che la normalizzazione di termini come “geoingegneria” nel discorso sul clima possa portare a una più ampia accettazione di queste tecnologie, rischiando di mettere in secondo piano le discussioni su soluzioni climatiche più efficaci, eque e sostenibili.
GCF – Green Climate Fund (Fondo Verde per il Clima). Istituito nel 2010, è il più grande fondo multilaterale per il clima, che sostiene i paesi in via di sviluppo nel raggiungere i loro obiettivi climatici e nella transizione verso modelli economici sostenibili.
Global Stocktake. Inventario Globale. Strumento dell’Accordo di Parigi per monitorare i progressi verso gli obiettivi climatici globali. Valuta i risultati dei paesi e indica come possono aggiornare e rafforzare i loro NDC.
Loss and Damage Fund. Fondo per le Perdite e i Danni. Creato alla COP28 dopo decenni di trattative, mira a risarcire i paesi più vulnerabili per i danni causati dai cambiamenti climatici, con contributi volontari dai paesi più ricchi.
Mitigazione e adattamento. La mitigazione si riferisce alle azioni volte a ridurre o prevenire le emissioni di gas serra, cercando di limitare i danni futuri del cambiamento climatico. L’adattamento, invece, consiste nell’adeguarsi agli effetti già inevitabili del cambiamento climatico, adottando misure per ridurne al minimo l’impatto.
NDC – Nationally Determined Contributions. Contributi Determinati a Livello Nazionale. Sono i piani climatici nazionali che ogni paese firmatario dell’Accordo di Parigi deve aggiornare ogni cinque anni per migliorare progressivamente le proprie ambizioni climatiche e ridurre le emissioni.
Net Zero Emissions. Emissioni nette zero. È un obiettivo stabilito dall’Accordo di Parigi che consiste nel raggiungere un equilibrio tra le emissioni di gas serra prodotte e quelle rimosse dall’atmosfera. Questo significa che le emissioni generate devono essere compensate da quelle assorbite (es. tramite foreste o tecnologie di cattura del carbonio) per evitare un aumento delle temperature globali superiore a 1,5°C entro il 2050.
Phase down. Significa “ridurre gradualmente”, ma non implica necessariamente una completa eliminazione. È un termine meno forte rispetto a “phase out” e suggerisce una diminuzione dell’uso dei combustibili fossili, senza promettere un’eliminazione totale. Questa scelta linguistica più morbida, che riflette un impegno meno deciso, è una formulazione che può essere percepita come una strategia più prudente. Una formulazione che lascia margine a una riduzione progressiva, ma non definitiva, del loro utilizzo.
Phase out. Significa “eliminare gradualmente”, e si usa per descrivere l’intenzione di smettere di utilizzare i combustibili fossili in modo definitivo, sia pure con un processo progressivo nel tempo, fino a che non verranno completamente dismessi. L’espressione implica una chiara eliminazione graduale di un’attività, in questo caso l’uso dei combustibili fossili. È una scelta linguistica che denota un forte impegno a fermare completamente questa pratica, ed è spesso usata nei contesti in cui si vuole sottolineare la necessità di un’azione decisiva per il cambiamento climatico.
Substitution. La progressiva sostituzione dei combustibili fossili è legata all’espansione delle rinnovabili aggiungendo verbi come “accelerating” (accelerare) e avverbi come “rapidly” (rapidamente). Questi termini sono spesso accompagnati da parametri temporali precisi, come “by this decade” (entro questo decennio), e cercano di trasmettere l’urgenza della transizione energetica.
Unabated. Quando si parla di combustibili fossili “unabated” (letteralmente “non ridotto” o “non attenuato”), si fa riferimento a quelli che continuano a essere utilizzati senza alcuna misura per ridurre le emissioni di gas serra, come la cattura del carbonio. In altre parole, i gas serra prodotti da questi combustibili vengono rilasciati direttamente nell’atmosfera, contribuendo significativamente al riscaldamento globale.
UNFCCC – United Nations Framework Convention on Climate Change. Firmata nel 1992, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici stabilisce il quadro legale e politico per la cooperazione internazionale contro il cambiamento climatico. Questa convenzione ha come obiettivo principale limitare le emissioni globali di gas serra e affrontare gli effetti del cambiamento climatico attraverso l’adozione di politiche e impegni coordinati tra i paesi membri.