Si va verso l’abbattimento dell’impianto, che secondo il dossier di candidatura per le Olimpiadi invernali 2026 avrebbe dovuto ospitare le gare di hockey femminile, per creare 300 alloggi di edilizia popolare
Abbattimento dell’ex Palasharp e creazione di 300 alloggi di edilizia popolare da costruire a partire dal prossimo anno. Fa parte del piano casa dell’assessore Bardelli e rappresenta la risposta di Palazzo Marino per un’area degradata con il vecchio impianto chiuso da oltre 10 anni. Si tratta in realtà della seconda risposta del Comune, perché secondo il dossier di candidatura di Milano-Cortina l’impianto di Lampugnano avrebbe dovuto ospitare le gare di hockey femminile e Parahockey ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2026.
Dopo una guerra di ricorsi che ha fatto perdere molto tempo, Ticketone ha ottenuto la titolarità dei lavori ma non ha mai mandato neanche una ruspa, perché nel frattempo un po’ l’aumento delle materie prime un po’ nuove opere di adeguamento della pista decise dal Cio l’hanno spinta a gettare la spugna. Resta adesso da stabilire se l’edilizia sociale sia un ripiego rispetto a un complesso sportivo che avrebbe rappresentato un luogo attrattivo per tutta la città: “Non si può parlare di ripiego – spiega al Foglio Giulia Pelucchi, presidente del Municipio 8 – perché la rinuncia di Ticketone ha reso impraticabili le Olimpiadi e soprattutto perché il piano casa del Comune è un’iniziativa positiva”.
La presenza dello sport non deve comunque essere cancellata: “C’è la volontà espressa dall’assessore Riva di realizzare opere al servizio della città, in particolare zone accessibili e gratuite all’aperto per lo sport, anche in prossimità delle future abitazioni. Io credo che si possano costruire palestre ai piani terra delle abitazioni: questo insediamento abitativo può dare una spinta alla riqualificazione del quartiere magari aggiungendo altre opere come il collegamento pedonale con Montestella”. Resta sul tavolo la questione della stazione dei bus di Lampugnano, rimasta priva di un intervento organico di messa in sicurezza: chi vi transita è oggetto di molestie o scippi da parte di bivacchi diventati ormai presenza fissa. “E’ necessario impedire l’accesso all’area sistemando le transenne – dice Pelucchi – altrimenti i passeggeri saranno sempre esposti a pericoli: per realizzarli si possono impiegare gli oneri di urbanizzazione di altri interventi come Natta Nord e Sud”. Anche questi due piani di riqualificazione, che pure potrebbero fornire risorse per opere pubbliche, sono una spina per il Municipio 8 che ne avrebbe fatto a meno: “Non mi hanno convinta, ho votato parere contrario perché sono troppo impattanti, con alloggi a libero mercato e verde insufficiente che li rende inidonei per quest’area”. Più propenso ad utilizzare il termine ripiego sull’inserimento dell’ex Palasharp nel piano casa si mostra il consigliere del Municipio 8 di Forza Italia Claudio Consolini: “E’ positivo che vengano costruite case in housing, ma l’impatto di un impianto olimpico sarebbe stato molto più forte per questa zona che, oltre allo sport, sarebbe diventata attrattiva per grandi eventi . A questo punto l’importante è che venga salvaguardata la vocazione sportiva del sito”.
Massimo accordo con Pelucchi sull’urgenza di mettere mano alla stazione dei pullman: “Non è possibile che Milano debba offrire uno scempio così ampio a coloro che arrivano in città, Palazzo Marino non può limitare la sua attenzione al Palasharp, ma deve trovare una soluzione in tempi rapidi”.