Nove premesse e uno slogan sul provvedimento disciplinare contro Christian Raimo, senza riflessi pavloviani né ipocrisia
Nove premesse e uno slogan:
1) trovo grottesco il provvedimento contro Christian Raimo;
2) ed è disdicevole che quasi tutti i giornali (nonché la presidente dell’Usr del Lazio) abbiano manipolato le sue parole, facendo passare per insulti a Valditara quelli che erano insulti alle sue opinioni;
3) se anche gli insulti fossero stati rivolti a Valditara, poteva sporgere querela, perché a quel che mi risulta le opinioni di un ministro non godono di speciale tutela, e la sua onorabilità è cosa diversa da quella del ministero che dirige pro tempore;
4) in ogni caso Raimo non parlava ex cathedra scolastica, parlava in una manifestazione pubblica in qualità di cittadino, scrittore e politico;
5) è venuto a noia il riflesso pavloviano della stampa di destra per cui i difensori di Raimo sono una specie di lobby di Lotta Continua che fa scudo intorno al cattivo maestro (uscite dagli anni Settanta, cribbio);
6) ciò detto Raimo, che è persona innocua ma è ormai un signore di mezza età, farebbe bene a smetterla col giochino esibizionistico del Vannacci di sinistra che ammicca sul filo dell’ambiguità (“la lotta amata”, senza r);
7) tra i difensori di Raimo ci sono legioni di intolleranti fatti e finiti, che maneggiano terroristicamente tutto l’anno l’accusa di hate speech e caldeggiano licenziamenti, cancellazioni e ostracismi vari: sono degli ipocriti con cui ci tengo a non essere confuso;
8) mi gioco gli attributi che nessuno di loro alzerebbe un dito per difendere un Raimo di destra, anzi so i nomi e i cognomi di quelli che gli assesterebbero volentieri il calcio dell’asino;
9) siccome non sono un ipocrita, faccio ammenda per non avere scritto nulla, all’epoca, sul caso ben più grottesco del professor Bassani (era sfuggito al mio radar ma ignorantia non excusat).
Premesso tutto questo, e parafrasando Elio: free Raimo, free Bassani e free anche mio cuggino.