Il Var si è abbattuto come una maledizione sul calcio. Soltanto i fuorigioco per un’unghia non tagliata sono peggio. Perché non introdurre le punizioni indirette, come suggeriscono Philippe Auclair e Max Rushden del Guardian?
Philippe Auclair ha due grandi difetti, è francese e scrive per il Guardian, ma dopo il rigore assegnato all’Inter in Champions League per un fallo di mano più improbabile di una vittoria di Kamala Harris ha scritto un commento talmente assurdo da trovarmi d’accordo: “Un suggerimento per sistemare il pasticcio che è l’attuale regola sul fallo di mano. Tutti i falli di mano in area di rigore sono sanzionati? Bene. Se deliberati, rigore. Altrimenti, calcio di punizione indiretto, che è anche molto divertente per gli spettatori. Mantenete la punizione commisurata all’infrazione. Al momento, non lo è”.
Il Var si è abbattuto come una maledizione sul calcio, e nella classifica delle cagate pazzesche che ha introdotto l’aumento dei rigori per fallo di mano è sul podio insieme al fuorigioco per unghia dell’alluce non tagliata e al coito interrotto dell’esultanza dopo un gol. Da quando è stato introdotto in Premier League sono stati fischiati 104,6 rigori a stagione, mentre prima erano 92,6. Oramai basta un qualunque tocco del pallone con un braccio che non sia attaccato al corpo che gli arbitri fischiano, ma a meno di non essere un atleta paralimpico mutilato, le braccia delle persone si muovono quando il corpo fa altrettanto.
Invece di sperimentare cazzate come il tempo effettivo o le espulsioni a tempo, perché non provare a fare quello che suggerisce Auclair e rilancia Max Rushden sempre sul Guardian in qualche competizione insignificante come il Mondiale per club, oppure, dico io, in quel tremendo pentolone di calcio provinciale che sono la Conference e l’Europa League? Spero che abbiate di meglio da fare il giovedì sera, tipo bere spumante sgasato sul balcone guardando la nebbia e parlando di film malinconici, che non guardare le milleduecento partite in contemporanea di queste due coppe.
Ma nel caso in cui vi siate avventurati nella visione dei match, ditemi se Conference ed Europa League non sono due enormi bug nel sistema sempre più farlocco del calcio che piace a Uefa e Fifa: squadre improbabili che giocano in stadi di periferia, attaccanti obesi sul viale del tramonto con alle spalle anni gloriosi all’Udinese o esordienti talmente giovani che devono ancora dare l’esame di terza media, maglie brutte, nomi impronunciabili che dimentichiamo un minuto dopo il fischio finale, tifosi infreddoliti che sembrano capitati per sbaglio sugli spalti, schemi di gioco più imbarazzanti di una chat tra Aldo Cazzullo ed Enrico Mentana, troppi rigori e gol brutti, bruttissimi. Certo, mai quanto la Nations League, che implacabile si ripropone la prossima settimana come un pudding andato a male. Si sbronzi chi può.