Schlein nascosta tra gli autisti Atac in sciopero. Landini: “Elly dov’è?”

La segretaria va alla protesta degli autoferrotranvieri ma nessuno sa dov’è. Si sarà pentita? Poi il botta e risposta con la premier che l’attacca: “Difendo più io i lavoratori della sinistra al caviale”: “Li purga con l’olio di ricino”, replica la segretaria

La rivoluzione non sarà un pranzo di gala, ma anche la rivolta sociale di Maurizio Landini non pensiate che scherzi. Normale dunque che possa capitare di non trovarsi. “Ma Schlein dov’è?”, chiede confuso il segretario della Cgil ai suoi collaboratori. Tutto intorno fischi, grida e squilli di trombette da stadio. “Caccia li soldiiii, Salvini caccia liii soldiiii”. Sotto il monumento ai bersaglieri fumogeni e bandiere sindacali. Roma, piazza di Porta Pia, 10.30 del mattino. Davanti al ministero dei Trasporti va in scena la protesta dei sindacati per chiedere il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri. La categoria è in sciopero. “Una mobilitazione selvaggia che non si cura degli italiani che vanno a lavorare e a curarsi, guarda caso di venerdì”, viene bollato dal Mit di Matteo Salvini.

Elly Schlein, che pure ha annunciato ad agenzie, giornali e tv la sua presenza, non si trova. A cercarla oltre a Landini c’è tutto il circo mediatico. Videomaker, fotografi e telegiornali e programmi tv in diretta. Un nugolo di microfoni, videocamere e zainetti che si muove spazientito. Che la segretaria abbia cambiato idea? Non è forse, almeno dal punto di vista della comunicazione, un’idea geniale andare allo sciopero di chi sta bloccando Roma e mezza Italia.

Compresi i dipendenti di Atac che sorridenti posano per una foto ricordo davanti allo striscione “Siamo il Giubileo”. “Datece l’aumento di stipendio che abbiamo da pagà il Fantacalcio”, sentenzia uno di loro. Senza sciogliere l’enigma sulla sparizione di Schlein, soddisfatto del clima di lotta, Landini salta sulla sua auto e se ne va. “Ha un importante intervista tv”, spiegano dalla Cgil.

Giornalisti e fotografi invece non si arrendono. A un certo punto trovano in maniche di camicia il portavoce della segretaria. Pretendono una dichiarazione. Lui promette di portarla da loro, ma i minuti passano e di Schlein non c’è traccia. A un certo punto un videomaker che sta battendo la piazza da cima a fondo la intravede in mezzo alla folla. Come una qualsiasi militante sindacale è sotto il palco, che non è neppure un palco, ma un gradino rialzato dotato di cassa, allestito in punto a casaccio del piazzale. Accanto a lei oltre al segretario della Uil Pier Paolo Bombardieri ci sono la fida coordinatrice della segreteria Marta Bonafoni, il segretario romano del Pd Enzo Foschi e il deputato Andrea Casu. “Eccola!”.

Le telecamere cercano di farsi spazio tra la folla. “Non vuole rilasciare dichiarazione”, prova a ritrattare il portavoce. E però il circo mediatico, è pur sempre il circo mediatico, neanche il famigerato servizio d’ordine della Cgil riesce a contenerlo. E così Schlein è costretta a uscire allo scoperto. Anche perché, intanto, a margine del Consiglio europeo Giorgia Meloni l’ha chiamata in causa: “Difendo i diritti dei lavoratori molto meglio della sinistra al caviale”. Forse pentita di essere venuta nella piazza dello sciopero Schlein a quel punto non si sottrae e sceglie la risposta muscolare: “Io di caviale non ne ho mai mangiato, ma non posso sopportare che i lavoratori vengano purgati con olio di ricino; continueremo a stare al loro fianco. Meloni si occupi, invece, del salario minimo che ha negato a tre milioni e mezzo di lavoratori”.

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