Tutta la verità sull’incontro Meloni-Pinelli (e il ruolo del Quirinale)

L’incontro di lunedì tra la premier e il vicepresidente del Csm, che tanto ha fatto discutere (e secondo alcuni giornali persino irritato Mattarella), è in realtà stato fissato una settimana prima e tempestivamente comunicato al Quirinale, che non ha avuto nulla da ridire. Le verifiche del Foglio

L’incontro di lunedì scorso tra la premier Meloni e il vicepresidente del Csm Pinelli, che tanto ha fatto discutere politica e magistratura (e secondo alcuni giornali avrebbe persino irritato Mattarella), è in realtà stato fissato una settimana prima e tempestivamente comunicato al Quirinale. Il presidente della Repubblica (e del Csm) ha preso atto dell’incontro e ha ritenuto non necessario concordare con Pinelli i temi oggetto della visita perché questa era una semplice visita istituzionale, come le tante già svolte dal vicepresidente del Csm con le altre massime cariche dello stato. Lo ha verificato il Foglio attraverso fonti autorevoli di Palazzo Chigi.

Quanto verificato dal Foglio smentisce tutto ciò che è stato sostenuto nelle ultime ore circa il presunto “sgarbo” di Pinelli nei confronti di Mattarella. Innanzitutto viene sconfessata la tesi secondo cui sarebbe stata Meloni a convocare in tutta fretta Pinelli lunedì pomeriggio per lanciare un messaggio di sfida alla magistratura, che in quelle stesse ore aveva provocato critiche del governo per due decisioni giudiziarie sui migranti e per le prese di posizione emerse dall’assemblea straordinaria dell’Associazione nazionale magistrati a Bologna. L’incontro tra la premier e il vicepresidente dell’organo di governo autonomo delle toghe, infatti, era stato pianificato sette giorni prima.

Non solo. Anche le indiscrezioni su una presunta irritazione del Quirinale non trovano fondamento. Pinelli ha infatti tempestivamente informato dell’incontro Mattarella e quest’ultimo, dopo aver preso atto che l’incontro sarebbe stato puramente istituzionale e non avrebbe avuto come oggetto un tema specifico di rilievo politico o giudiziario di interesse del Csm (come, appunto, i provvedimenti di alcuni tribunali o la riforma della separazione delle carriere), ha ritenuto di non dover concordare alcuna linea con Pinelli.

Nonostante ciò, dopo l’incontro, fonti del Quirinale hanno fatto trapelare ad alcuni giornali prima la notizia che Mattarella fosse rimasto “stupito” della visita tra i due, in quanto non informato preventivamente da Pinelli, in un secondo momento – smentita questa notizia – sempre fonti del Quirinale hanno aggiustato il tiro, precisando che Mattarella era stato informato, ma non del fatto che l’incontro avrebbe avuto una cornice istituzionale. Anche quest’altra indiscrezione non trova corrispondenza con la realtà, considerato che era stato proprio il Quirinale a riconoscere quella di Pinelli come una semplice visita istituzionale e quindi decidendo di non concordare alcuna linea.

Meloni e Pinelli si erano promessi da tempo di incontrarsi. La scelta è poi ricaduta su lunedì scorso, anche per dare un segnale di dialogo tra le istituzioni in un periodo segnato da tensioni fra politica e magistratura.

A essere smentita è anche l’immagine, che certi quotidiani hanno offerto, di un vicepresidente del Csm in qualche modo “subordinato” al potere politico. Solo in una logica complottista, che vuole vedere il marcio dappertutto, l’incontro tra due importanti cariche istituzionali può essere visto come atto di subordinazione di un potere nei confronti di un altro. A questo ha fatto riferimento ieri anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Non c’è stata alcuna convocazione a Palazzo Chigi”, ha detto. “E’ stato un incontro e credo sia stato giusto, perché il premier non dovrebbe parlare con il vicepresidente del Csm? Una parte della magistratura vede sempre chissà quale complotto del governo ma la magistratura è parte di un sistema e deve tener conto del ruolo del potere esecutivo e legislativo”.

A smentire l’immagine di un Pinelli “piegato” al potere politico contro gli interessi della magistratura sono del resto le affermazioni da lui stesso fatte un anno fa al plenum straordinario del Csm, presieduto da Mattarella e con la partecipazione di Nordio. Proprio rivolgendosi a quest’ultimo Pinelli disse in maniera netta: “Sostegno morale e pubblico lo meritano migliaia di magistrati che quotidianamente servono con onore il paese. Lo ricordi anche la politica”.

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto “I dannati della gogna” (Liberilibri, 2021) e “La repubblica giudiziaria” (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]

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