Gattonare fa bene alla salute? Lo diceva già Rousseau

Il filosofo svizzero si auspicava il ritorno dell’uomo all’originario stato di natura, compresa l’abitudine di camminare a quattro zampe. Oggi l’ateneo più importante di Roma gli dà ragione

La notizia, e ricordo a tutti che siamo nel 2024, è che gattonare fa bene. Lo illustra una ricerca neurologica condotta alla Sapienza, secondo cui la pratica favorisce il rafforzamento del tratto cervicale, l’inarcamento della schiena, una maggiore speditezza di braccia e gambe. Chi non gattona denota invece una certa mancanza di equilibrio, maggiori rischi di ernia al disco, minore integrazione fra le strutture anatomiche da rinforzare; per questa ragione dovrebbero gattonare non solo i bambini intorno all’anno di età ma anche gli adulti, in particolare a quelli che attraversano un periodo di riabilitazione.

Ora che siete carponi sul pavimento, mi permetto un flashback al 1755: Rousseau aveva appena pubblicato il “Discorso sulle origini dell’ineguaglianza”, in cui auspicava il ritorno dell’uomo all’originario stato di natura, e tutto fiero ne aveva mandato una copia a Voltaire. Costui gli aveva risposto ringraziandolo, benché spiegandogli di non poter aderire alla teoria col medesimo entusiasmo, in quanto “ho purtroppo cessato da qualche decennio di camminare a quattro zampe”. Ci son voluti duecentosettant’anni ma, chi l’avrebbe mai detto, alla fine ha avuto ragione Rousseau.

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