Il ribaltone di Vitor Bruno all’esame Lazio

L’allenatore del Porto è stato a lungo nello staff dell’ex tecnico dei portoghesi, Sergio Conceiçao. Poteva essere la partita dell’ex ala di Porto e Lazio, sarà quella di un uomo che ha sfruttato l’occasione giusta per dimostrare di non essere solo un secondo

Lazio-Porto poteva essere un momento di gloria eterna per Sergio Conceiçao, innamorato dei biancocelesti, certamente destinato a essere acclamato dal pubblico laziale. Sarà invece una sfida qualunque, per quanto attesissima, di questa gigantesca fase iniziale di Europa League. Sulla panchina dei portoghesi, infatti, già da inizio stagione siede un uomo che per anni è stato il più fidato assistente dell’ex ala di Lazio e Inter: le loro strade si erano incrociate nel 2011, quando Conceiçao aveva preso la guida dell’Olhanense. Hanno camminato fianco a fianco all’Academica, al Braga, al Vitoria Guimaraes, al Nantes e infine al Porto. Poi, a un certo punto, Vitor Bruno ha capito che il terreno era fertile per un’occasione irripetibile, per un ribaltone che sa di colpo di stato.

Tra aprile e maggio, la storia del Porto è cambiata. Dopo 42 anni, Pinto da Costa ha infatti lasciato il ruolo di presidente del club, sconfitto alle elezioni presidenziali dall’uomo al quale aveva affidato la panchina dei “Dragoes” nel giugno del 2010, André Villas-Boas. E il cambiamento ha travolto Conceiçao, che pure aveva appena firmato un ricco quadriennale con Pinto da Costa.

La vicenda che ha portato Vitor Bruno sulla panchina del Porto è particolarmente intricata: una delle versioni riguarda il mancato inserimento, da parte di Conceiçao, del nome di Vitor Bruno nell’elenco del suo staff in sede di rinnovo. Un’altra lo vuole invece tramare nell’ombra contro l’uomo per il quale aveva lavorato da preparatore atletico prima e da vice allenatore poi. Vitor Bruno, in un passaggio da spy story, avrebbe dunque trovato l’accordo con Villas-Boas alle spalle di Conceiçao. Alla fine di maggio, annunciava la sua decisione di lasciare il Porto per intraprendere la carriera di allenatore “in prima”, lui che fino a quel momento aveva solo fatto da assistente dopo una vita da calciatore spesa nelle minors portoghesi. Solo sei giorni dopo, Villas-Boas, in sella da circa un mese, aveva ufficializzato la scelta di Vitor Bruno, con Conceiçao che aveva già ampiamente anticipato il tutto: “Gli eventi recenti, vale a dire la violazione della fiducia da parte di un membro del mio staff tecnico, l’interferenza nella sua integrità e coesione a mia insaputa, mi lasciano esausto e disilluso. È sempre stata la fedeltà a questo club a trattenermi qui. Non sarà una violazione dei valori e un tradimento da parte degli altri che mi farà mettere in dubbio i miei valori e la mia parola. Come avevo promesso, lascio il Porto con la stessa dignità con cui sono entrato. Non sono venuto qui per soldi, e non è per il denaro il motivo per cui voglio andarmene”.

Alla prima occasione, Vitor Bruno sta mantenendo le aspettative altissime che il suo annuncio aveva scatenato. Il Porto è una squadra offensiva, per certi versi simile proprio alla Lazio che affronterà, e che ha in Samu Omorodion la sua bocca da fuoco principale: sette gol in altrettante uscite in campionato, quattro in tre partite in Europa League. La sfida dell’Olimpico, per Vitor Bruno, sarà l’antipasto dello scontro diretto con il Benfica, che si giocherà domenica sera a Lisbona: un passaggio cruciale per provare a mantenere la scia dello Sporting schiacciasassi, distante tre lunghezze con un ruolino intonso (dieci vittorie su dieci) contro le nove dei “Dragoes”. L’unico ko è arrivato proprio contro la squadra di Amorim. All’Olimpico, che fu casa del suo ormai ex amico, Vitor Bruno cercherà il primo colpo grosso della sua stagione fin qui quasi perfetta.

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