A Valenza (in italiano è Valenza) il re ha fatto il re, affrontando a viso aperto la folla ruggente, e il politico ha fatto il politico, tagliando la corda. E gli spagnoli quando hanno visto l’onore lo hanno riconosciuto
Dio ha salvato Felipe. A Valenza (in italiano è Valenza) il re ha fatto il re, affrontando a viso aperto la folla ruggente, e il politico ha fatto il politico, tagliando la corda. Col suo slancio ispirato e rischioso, col suo gesto da hombre vertical, e sottolineo “hombre” perché l’onore è concetto virile come insegna René Girard, Filippo VI di Spagna mi consente di tornare neo-borbonico e, per una volta, di lodare un dinasta senza applaudire un Windsor. Il re nel fango ha trovato l’oro, ciò che lo storico Marc Bloch chiamava “meraviglioso monarchico”, è apparso taumaturgo come ai bei medievali tempi e alla fine tutti lo volevano toccare. Domani le masse torneranno socialiste, torneranno a votare il mediocre Sánchez o chi per esso, torneranno a credere nella promessa deresponsabilizzante dello Stato moderno: sicurezza dalla culla alla tomba (non prima dei novanta, s’intende). Ma quando hanno visto l’onore lo hanno riconosciuto. Senza saperlo ne avevano nostalgia.