Il leader di Italia viva si augura l’arrivo di un federatore cattolico riapre le polemiche al Nazareno, dove intanto va avanti la guerra con il governatore della Campania. Il rischio è che il centrosinistra si presenti alle regionali del prossimo anno in ordine sparso e liste separate
L’ultima intervista di Matteo Renzi ad Avvenire ha scosso il Nazareno. Il leader di Italia viva spiega al quotidiano della Conferenza episcopale italiana che è necessario individuare un federatore cattolico. Una sorta di novello Romano Prodi che metta insieme l’area di centro. La personalità in questione, per l’ex presidente del Consiglio, non può essere il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il quale, piuttosto, liquida sbrigativamente Renzi, dovrebbe occuparsi della criminalità nel capoluogo lombardo. Al Nazareno hanno interpretato le parole come un segnale al Partito democratico. Il federatore evocato dal leader di Italia viva, secondo i dirigenti dem, ha l’identikit per poi poter aspirare alla candidatura a premier mettendo fine al duello tra i due litiganti, Elly Schlein e Giuseppe Conte. Un duro colpo da digerire per il Nazareno. E’ come dire che Renzi non punta più, come ha fatto finora, a sostenere la candidatura della segretaria del Pd a Palazzo Chigi. Del resto, l’ex presidente del Consiglio sembra essersi ormai reso conto che Schlein non è più in grado di garantirgli quell’agibilità politica che lui le aveva chiesto in cambio del suo sostegno alla candidatura a premier. La Liguria lo ha dimostrato ampiamente. Ma anche nelle altre regioni non è che stia andando meglio. Pure in Umbria gli esponenti di Italia viva non possono presentarsi sotto le loro bandiere e vengono ben nascosti durante la campagna elettorale e i comizi. Solo in Emilia Romagna, dove pure sono senza simbolo, Michele De Pascale non rinnega l’alleanza con loro e, anzi, ha in programma delle iniziative con Matteo Renzi.
Con il leader di Iv che minaccia di non dare più il suo sostegno alla candidatura di Schlein a Palazzo Chigi e con Conte, che quell’appoggio non glielo ha mai promesso e, anzi, non intende proprio darglielo, le cose si complicano per il Nazareno. E quella che sembrava un’irresistibile ascesa di Elly Schlein subisce indubbiamente una battuta d’arresto. Di problema in problema. In Campania ormai è guerra aperta tra la segretaria del Partito democratico ed Enzo De Luca. Il governatore della regione non ha intenzione alcuna di rinunciare al suo terzo mandato e sta andando avanti dritto come un treno, mettendo in conto persino una scissione del gruppo dem in Campania. Ma Schlein non si tira indietro e anche domenica sera, ospite di Fabio Fazio, ha ribadito il suo no fermo è netto all’ipotesi di un terzo mandato per De Luca. In quella regione i dem, sempre che i 5 stelle non decidano di stare per conto loro per un po’ di tempo, come minacciano di fare e come Marco Travaglio suggerisce loro, hanno intenzione di offrire la candidatura a presidente al M5s. In questo senso si fa con sempre maggior insistenza il nome di Roberto Fico. C’è dunque il forte rischio che il centrosinistra si possa presentare a quell’appuntamento elettorale in ordine sparso: De Luca con una sua lista, Pd, 5 stelle e Avs con un’altra. E comunque anche nel caso in cui i 5 stelle decidessero di sfilarsi dal centrosinistra comunque il Pd andrebbe al voto con un candidato che non è De Luca. Una situazione quanto mai confusa e delicata. In cui la destra – ed è questo il timore del Nazareno – potrebbe infilarsi agevolmente, puntando su una candidatura di altissimo prestigio per strappare al centrosinistra quella regione: quella del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.