L’Istituto Piepoli ha condotto un’indagine sulle preferenze degli elettori italiani alle presidenziali statunitensi. Nel centrosinistra si schierano con la candidata democratica, il centrodestra è indeciso ma propende per l’attuale vicepresidente, mentre i 5 stelle premierebbero il tycoon. Tra i leader gli unici a fare endorsement espliciti sono stati Schlein e Salvini
Mancano meno di ventiquattro ore al voto americano e solo due leader italiani hanno preso una posizione netta scegliendo un candidato per la corsa alla Casa Bianca: il Partito democratico e la Lega. Elly Schlein si è schierata con l’attuale vicepresidente degli Stati Uniti e candidata democratica Kamala Harris: “Scommesse non ne faccio. Ma ho una speranza e una preferenza netta: che vinca Kamala Harris. Donald Trump impersonifica un modello sbagliato. E continua a dire, anche oggi, cose gravissime”, ha detto intervistata a Che tempo che fa. Invece Matteo Salvini aveva già espresso il suo appoggio all’ex presidente: “Non ho mai nascosto la mia speranza in una vittoria repubblicana, per mille motivi: dai temi della sicurezza a quelli sulla famiglia alla lotta all’immigrazione clandestina, ai temi del contrasto ai fanatismi e la pace. Conto che, per l’interesse di tanti, ci sarà la vittoria repubblicana a novembre”. Gli altri segretari dei maggiori partiti italiani invece non si sono sbilanciati.
Il sondaggio dall’Istituto Piepoli, condotto tra il 16 e il 18 settembre, subito dopo il dibattito tra Harris e Trump trasmesso in diretta dal National constitution center di Philadelphia, è il più recente sull’argomento e fotografa questa situazione: gli elettori del centrosinistra sono chiaramente a favore della candidata democratica (il 71 per cento), solo il 13 per cento voterebbe Trump, mentre il 12 per cento non si esprime. Tra gli elettori dello schieramento opposto regna un’incertezza maggiore: il 41 per cento voterebbe per Kamala, il 38 per cento The Donald, ma un elettore su 5 ( 21 per cento) non saprebbe chi appoggiare. Questo perché, con l’eccezione di Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani non hanno dichiarato le loro intenzioni di voto, ma sono rimasti neutrali. Il segretario di Forza Italia, in un’intervista al Foglio, si è espresso così: “Trump un punto di riferimento anche per Forza Italia? Noi non l’abbiamo mai detto. L’unico punto di riferimento di Forza Italia è Forza Italia. Noi siamo amici e alleati degli Stati Uniti indipendentemente da chi sarà domani il presidente”. Invece la presidente del Consiglio ha fatto attenzione a non schierarsi con nessuno dei due candidati.
Un caso particolare riguarda il Movimento 5 Stelle perché finora il presidente Giuseppe Conte ha deciso di non dare una dichiarazione di voto ai grillini mantenendosi equidistante. Ed è in questa equidistanza che i suoi elettori si sono inseriti e hanno scelto per il 54 per cento Donald Trump, per il 24 per cento Kamala Harris, mentre il restante 21 per cento non si esprime. Probabilmente la non decisione di Conte è dipesa anche dall’eterogeneità del suo partito (con la componente più antisistema a favore di Trump), in questo modo il presidente non ha voluto aprire un nuovo fronte di dibattuto alla vigilia del congresso del Movimento a fine novembre.