L’èra dei “parzialmente vegani”

Secondo un nutrizionista intervistato dal Corriere, la dieta vegana può essere salutare anche se non la si segue al cento per cento. Un’intuizione che travalica il campo del cibo

Si può essere parzialmente vegani, almeno a quanto leggo nelle dichiarazioni di un esperto in occasione della giornata mondiale del veganesimo. Il nutrizionista, intervistato dal Corriere, spiega infatti che la dieta vegana può essere salutare anche senza seguirla al cento per cento. Corollario interessante, che purtroppo l’esperto non percorre, è che dunque si può essere vegani fino a un certo punto: alcuni giorni sì e altri no, in alcuni pasti sì e altri no. Un po’ come quei filosofi eclettici che erano stoici al mattino, epicurei al pomeriggio e scettici di sera, si può agevolmente essere vegani mentre si sgranocchia una carota e, di lì a qualche ora, cannibali mentre si addenta un neonato in fricassea.

Si tratta di un’intuizione che travalica il ristretto campo del cibo: è più importante come ci si definisce rispetto a ciò che si fa, contano più le parole che si fissano sulle etichette rispetto alle azioni che si compiono in concreto. Si può essere parzialmente vegani mangiando carne o uova di tanto in tanto, si può essere parzialmente di destra osannando il popolo quando conviene, si può essere parzialmente pacifisti difendendo il diritto dei terroristi a compiere l’occasionale pogrom, si può essere parzialmente cattolici decidendo arbitrariamente quando il Papa ha ragione e quando ha torto. È l’idea chiave per interpretare il nostro tempo e, nel complesso, è parzialmente intelligente.

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