Fabiano Caruana vince a Saint Louis il torneo in modalità “960”, ma gli tutti gli occhi sono puntati su Garry Kasparo: è il primo sportivo a rinunciare alla bandiera sovietica per disputare, sotto quella russa, l’ultima sfida contro l’acerrimo rivale, Anatolj Karpov
Deve avere del talento, l’anziano signore che, all’età di 61 anni, disputa per diletto un torneo contro alcuni tra i più forti giocatori al mondo e totalizza 4,5 su 9: tre sconfitte, tre vittorie, tre patte. Poteva andare anche meglio, se non avesse sprecato in un paio di partite, contro Aronian e contro il vincitore del torneo, il solito Caruana, fresco reduce dal successo nello Usa Championship e ora di nuovo vincitore (con 7,5 su 9). In realtà, il vecchietto in questione non è un signore qualunque ma il più combattivo, oltre che per molti il più grande giocatore di scacchi di tutti i tempi: Garry Kasparov. L’Orco di Baku ha dominato la scena scacchistica mondiale per una ventina d’anni. E’ stato il più giovane campione del mondo (anche se fra un mesetto potrebbe perdere il primato, qualora Gukesh D. dovesse vincere il match mondiale), il primo scacchista a superare la soglio dei 2800 Elo, e anche il primo sportivo a rinunciare alla bandiera sovietica per disputare, sotto quella russa, l’ultima sfida contro l’acerrimo rivale, Anatolj Karpov. Una rivalità leggendaria, che vide Kasparov trionfare ma che si protrasse, negli anni, per la bellezza di 144 partite valide per il titolo mondiale e complessive 450 ore di gioco. Un’eternità. Pochi mesi dopo la fine di quell’epico scontro, anche l’Unione Sovietica si sfaldò.
Oggi Kasparov è un irriducibile oppositore di Putin, e la sua principale attività – a parte l’impegno con la Fondazione che porta il suo nome – è di natura politica. Dagli scacchi professionistici si è ritirato quasi vent’anni fa, e salvo sporadiche apparizioni – in genere in esibizioni o in tornei rapid e blitz – non ha più giocato. Però a Saint Louis capita che torni a farlo, e così puoi vederlo ancora sedersi al tavolo nel torneo più importante che si disputi oggi in modalità “960”. Una specialità inventata da Bobby Fischer: la disposizione dei pezzi viene sorteggiata poco prima dell’inizio della partita (960 è il numero delle combinazioni possibili), in modo da scongiurare la soffocante preparazione casalinga in tema di aperture. Un modo per sottrarre gli scacchi all’asfissia teorica. E un’idea nietzscheana: la vitalità può spegnersi per un eccesso di consapevolezza storica, diceva il filosofo, e così anche negli scacchi novità e creatività possono rimanere schiacciati dal peso della teoria. Ma se estrai a sorte l’ordine dei pezzi, non c’è teoria che tenga e può darsi il miracolo di un attempato sessantunenne che ti strapazza alla scacchiera il giovane grande maestro, felice poi di twittare non la sua rabbia adulta e la sua indignazione contro la cricca di Putin, ma una felicità bambina, improvvisa e sincera, per la passione che ancora, impetuosa, gli scorre nelle vene.
La partita: Fabiano Caruana vs. Wesley So
Chess 960, Saint Louis. 28 ottobre 2024
Il N. ha giocato 19… Tbd8. Qual è il seguito che ha mancato?