Perdere la memoria non è sempre un male. La storia di Luciano raccontata da Veltroni

Guardare i Mondiali del 1982 senza conoscere il risultato finale: è quello che è capitato a D’Adamo, lo smemorato di Monte Mario, dopo un incidente che ha fermato i suoi ricordi al 1980. Una vicenda commovente che ha qualcosa di metafisico

Come molti, sono rimasto colpito e commosso dalla storia di Luciano D’Adamo, raccolta e raccontata da Walter Veltroni sul Corriere di ieri. Lo smemorato di Monte Mario ha quasi settant’anni ma, dopo un incidente, i suoi ricordi sono tornati alla primavera del 1980; non si riconosce allo specchio, non si capacita di avere dei figli, è stato necessario raccontargli della morte di sua madre. La sua vicenda ha qualcosa di metafisico, che abbraccia tutte le nostre esistenze, e sarà difficile non pensare a lui ogni volta che ci vedremo troppo vecchi, non comprenderemo cose che pure abbiamo fatto in passato, sentiremo rifarsi vivo il pungolo di un dolore che sentivamo sopito. O, magari, proveremo come nuove delle gioie dimenticate in un cassetto. Di recente infatti D’Adamo ha guardato i Mondiali dell’82, ignorando il risultato ed esultando in differita per la vittoria: eppure Bearzot è morto, Rossi e Scirea pure, Zoff ha ottant’anni, Graziani fa la pubblicità ai dentisti… Lo smemorato D’Adamo ha regalato loro nuova vita e nuova giovinezza, e loro a lui, in un turbinio di eternità che sovrasta ogni memoria e ogni dimenticanza.

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