Narcotopia

La recensione del libro di Patrick Winn edito da Adelphi, 503 pp., 30 euro

L’orrore ha un volto. E bisogna farsi amico l’orrore, orrore, terrore, morale e dolore sono i tuoi amici”, declama il colonnello Kurtz nello splendido monologo interpretato da Marlon Brando in “Apocalypse Now”. Patrick Winn ha imparato perfettamente la lezione di Conrad e si è fatto molti amici. Si definisce un “non-fiction storyteller”, un narratore di storie vere, che ricerca tra i cuori di tenebra e le terre d’ombra del sud-est asiatico, le “Shadowlands”. Il termine, anch’esso conradiano, è il titolo di un libro di Winn in cui analizza le economie criminali – traffico di droga, armi, stupefacenti – nei territori e nelle città di confine di quella parte di mondo: Hello, Shadowlands: Inside the Meth Fiefdoms, Rebel Hideouts and Bomb-Scarred Party Towns of Southeast Asia.

Queste terre sono lo scenario perfetto per documentari e inchieste, sceneggiature di film e romanzi. E’ qui, in una delle più remote terre d’ombra, nel nord-est della Birmania, che si svolge la nuova storia raccontata da Winn: Narcotopia, ossia un paradossale ibrido geopolitico tra un narco-stato e un’Utòpia, un luogo che, per definizione, viene proposto come ideale, “capace di orientare forme di rinnovamento sociale”.

E’ in questa Narcotopia che Winn trovato i suoi nuovi “amici”. Sono i Wa, un gruppo etnico che vive nelle zone di confine con la Cina e nella stessa provincia cinese dello Yunnan. Il termine migliore per definirli sarebbe quello di tribù: ha un senso di selvaggio, violento, oscuro come quella tribù che fa risuonare i tamburi nella notte nel Cuore di Tenebra conradiano. E’ questa l’attrazione fatale esercitata dai Wa nel pubblico occidentale: incarnano l’Orrore. “Erano tagliatori di teste che ritualmente piantavano le teste dei nemici su delle picche”, scrive Winn. Ed ecco che ti appare la scena di “Apocalypse Now” in cui il villaggio sul fiume che è il santuario di Kurtz è ritualmente protetto da una selva di pali su cui sono infilzate le teste mozzate di nemici o vittime. “Come i clan scozzesi o i rivoluzionari francesi loro avevano delle buone ragioni”, aggiunge Winn, e sono queste ragioni a determinare la trama del libro, ossia la creazione del più potente narco-stato al mondo. Quella dei Wa, infatti, è una nazione a tutti gli effetti, con le sue leggi, le sue strade, le sue scuole e un esercito permanente (lo United Wa State Army, trentamila uomini perfettamente armati), la cui economia si fonda sull’eroina e sulla metanfetamina. Uno stato che ha già i suoi eroi. Come Wei Hsueh-kang, definito un “genio del crimine” proprio per la sua riconversione da narcotrafficante a tycoon. Wei, a sua volta, ha iniziato al seguito di un personaggio che nei cuori di tenebra del sud-est asiatico è ormai leggendario: noto come Khun Sa (1934-2007), il “Re dell’oppio”, Signore della Guerra. L’orrore ha tanti volti.

Patrick Winn

Narcotopia


Adelphi, 503 pp., 30 euro

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