Il capo del Movimento si assume la responsabilità del risultato: “Le leadership sono sempre in discussione quando non c’è consenso”. Ma sul processo costituente tira dritto. Lo attacca anche Toninelli: “In Liguria ha perso il partito di Conte non il M5s”
“Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo”. Arriva in 10 parole, accompagnata dalla fotografia di un lupo su una storia di WhatsApp, la nuova stilettata di Beppe Grillo all’indomani della sconfitta in Liguria del M5s. Il fondatore che ha creato la “bacheca dei mugugni” per contestare Giuseppe Conte, si gode il brontolio che, dopo il flop ligure, ha cominciato a farsi sentire dentro il Movimento. Dal canto suo l’ex premier si assume la responsabilità della sconfitta e a chi gli chiede della sua leadership ribadisce: “Le leadership sono sempre in discussione nel momento in cui non c’è consenso” e “noi stiamo facendo un’assemblea costituente e come sapete discutiamo di tutto”. Il capo del M5s quindi tira dritto: il processo costituente va avanti e, per quanto riguarda le alleanze, il no a Renzi resta, più netto che mai. A Montecitorio raduna i parlamentari M5S per fare il punto sulla contromanovra.
Ma intanto continuano gli attacchi dell’ex ministro e componente del collegio dei probiviri M5S, Danilo Toninelli che, dopo la frecciata mattutina arrivata dal fondatore del Movimento, rincara la dose: “Grillo ha fatto benissimo a non andare a votare, perché in Liguria il M5s non c’era, ma c’era il partito di Conte. I candidati non sono stati votati dagli iscritti, ma scelti da Conte e non è stato fatto un contratto di governo, che unisse sui temi gli alleati del cosiddetto campo progressista, ma si è scelto di farne parte sulla base di una scelta di Conte. Quindi non ha perso il M5s, ma ha perso Giuseppe Conte”. L’ennesima uscita di Toninelli costringe persino a tornare a parlare la ormai silenziosissima vicepresidente Paola Taverna: “Questa non era la lista di Conte, ma del M5S. E se oggi abbiamo il 4,5 per cento, probabilmente, dipende anche da una guerra interna che sta facendo molto male al Movimento”.
Certo è che le preoccupazioni, e con buona probabilità più di un malumore, nel Movimento non mancano, tant’è vero che la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone scrive in una lettera all’Huffington Post che “la guerra Conte-Grillo non giova a nessuno”, invitando a “fermarsi e ripartire dalla nostra storia”. Mentre la senatrice Barbara Guidolin commenta il voto in Liguria così: “Percentuali tanto basse sono una conseguenza dell’incapacità del M5S di oggi di interpretare le esigenze del Paese, aggiornandosi senza rinnegare il passato. Ci siamo adattati a vecchi schemi politici seguendo soprattutto il principio della sopravvivenza e dei personalismi”. E a chi, in risposta, offre il processo costituente, risponde: “Certo, ma se alla fine si rivelasse solo uno strumento per cambiare le regole fondative sarebbe l’ennesima batosta”.