Quella faccia un po’ così del candidato battuto dal centrodestra di Bucci. Mortaio e basilico mentre si aspetta un verdetto indigesto. Una lezione per i manettari. Il grillismo è alla frutta
“C’è qualcosa che non va”. A tirare le fila, quando sono ormai le 19, ci pensa un vecchio militante del Pd genovese appena arrivato al mercato orientale tra frutta, focacce e lasagne al pesto. “La sinistra riparta dai mercati rionali!”. Si trova qui il comitato elettorale del candidato del centrosinistra alle elezioni regionali in Liguria Andrea Orlando. Al primo piano della grande sala dove i banchi del mercato cucinano per gli avventori. La scenografia è senza’altro più originale ma l’atmosfera è la stessa che si respira poche centinaia più in là, a via Martin Piaggio, dove ha sede il comitato del candidato del centrodestra, il sindaco Marco Bucci. Bocche cucite ed emozioni sull’ottovolante. Orlando attende a casa sua a La Spezia, Bucci è nel suo ufficio in comune. Il risultato è troppo incerto per dire qualunque cosa. Alla fine però, superate le 1.300 sezioni su 1.785 scrutinate (oltre il 72 per cento) i dati reali che danno davanti Orlando iniziano a convergere con quelli delle proiezioni che, seppur con una margine risicassimo, hanno dato Bucci avanti per tutti il pomeriggio. Quando questo giornale va in stampa, e le sezioni scrutinate sono 1.581 su 1.785 (l’88,6 per cento), il sindaco di Genova è davanti a Orlando 48,42 a 47,7 con uno scarto piccolissimo: 3.726 voti.
Il primo a parlare, e sono le 20, è l’ex ministro e sindaco di Imperia (provincia decisiva per la vittoria di Bucci) Claudio Scajola: “Bucci ha vinto. Sarà un grande presidente della Liguria”. Mentre Bucci, tanto la partita si gioca sul filo di lana, decide di non parlare fino alla fine dello scrutinio dei dati reali. Per quanto riguarda le liste, sempre con lo stesso numero di sezioni scrutinate, il Pd è il primo partito con oltre il 28,6 per cento dei voti. Anche Avs va bene con il 6,2. Ma Orlando paga il risultato pessimo del M5s, sotto il 5 per cento (alle europee di giugno era al 10), dei calendiani fermi al 1,8 e delle sue civiche, che prendono in due a mala pena il 7 per cento. A destra invece FdI prende il 14,7, la Lega l’8,5 e FI il 7,9. Ma sono soprattutto le due liste civiche del sindaco a fare il botto: Bucci presidente prende il 9,4, Orgoglio Liguria il 5,7 (sommate raggiungo FdI). La mossa di Giorgia Meloni ha pagato. Nonostante il caso Toti, Bucci vince.
In ogni caso bisogna capire il vecchio militante dem. Fino alla fine la sensazione è che ci sia qualcosa che non quadra. Le proiezioni danno sin da subito in vantaggio, di pochi punti, Bucci. Un vantaggio che però si assottiglia di proiezione in proiezione. Intanto i dati reali del Viminale, anche quando superano il 60 per cento delle sezioni scrutinate, danno per la maggior parte della serata Orlando avanti. E’ un sorpasso, e un controsorpasso continuo di poche centinaia di voti. Una sfida al cardiopalma degna di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo al Gp di Catalunya del 2009 che Elly Schlein segue dal Nazareno e che costringe i due candidati a rimanere lontani dai loro comitati elettorali. Ancora non si sa, ma c’è da scommetere che qualcuno richiederà il riconteggio delle schede.
Gli uomini di Orlando, che hanno allestito la loro “war room” dentro una delle cucine professionali del mercato, separata dal resto del comitato da alcune vetrate, compulsano i dati provincia per provincia. Sperano, rincuorati anche dal silenzio che regna nel comitato di Bucci. Nella cucina di Orlando c’ tutto il suo staff: il responsabile del programma, Davide Patrone, il campaign manager, Matteo Bianchi, il segretario regionale Davide Natale e il social media manager Andrea Massera. Da Roma è arrivato come capo chef anche il deputato Claudio Mancini. Luigi Telesca, l’ottimista portavoce di Orlando, sfoga la tensione giocherellando con un mortaio da basilico: “Dai, dai, dai”. E’ il Pd modello The Bear. Obiettivo: trasformare la Regione da squallida a tavola calda della destra a ristorante per palati fini. Cucinare una bella vittoria all’inizio data certa, negli ultimi giorni diventata improbabile, e poi cercata fino alla fine. Il piatto forte è Genova: “Arriveremo 20 mila voti sopra!”.- Quelli indigesti sono le province di Savona e Imperia: proprio non ci stanno a farsi impiattare dai dem.
E in effetti a Genova, dove peraltro l’affluenza è stata nettamente più alta rispetto al resto della regione, quando mancano 35 sezioni su 653 (il 9,2 per cento), Orlando è sopra di 19 mila voti e 9 punti percentuali. Non abbastanza però per compensare il vantaggio di Bucci a Imperia e Savona. Alle 19.36 arriva la quinta proiezione dell’istituto di sondaggi Swg: Bucci è al 49,1, Orlando al 47,5, la copertura del campione è al 78 per cento, ma soprattutto l’errore massimo è dello 0,5 per cento, meno della forbice che divide i due candidati. Salvo clamorosi errori nella compilazione del campione insomma non c’è margine: ha vinto Marco Bucci. Eppure i dati di Genova continuano a far sperare gli uomini di Orlando fino alla fine. Alessandro Terrile, ex capogruppo del Pd al comune di Genova, oggi responsabile Infrastrutture della segreteria nazionale del Pd la dice così: “Non possiamo non fidarci perché le proeizioni sono fatte con modelli matematici, certo il dato di Genova è incredibile, è una cosa davvero difficile capire come abbia fatto Bucci a recuperare quel distacco”. Il Pd ha cucinato, ci ha provato, ma a differenza di Carmy Berzatto, lo chef di The Bear, ad Andrea Orlando è andata male. Il ristorante Liguria rimane al centrodestra. Da queste parti cucinerà Marco Bucci.