Il mondo della politica è allarmato dall’inchiesta di Milano e dalle accuse, che sono ancora da dimostrare in Tribunale, sulla sistematica violazione di dati personali e sull’accesso illecito a banche dati governative, quali quelle dell’Inps, dell’Agenzia delle Entrate, e persino del ministero dell’Interno, sfruttando alcune falle nella sicurezza per prelevare informazioni riservate su migliaia di cittadini.
“Questo caso ci porta a una riflessione: in Italia scontiamo un ritardo di consapevolezza su quella che è la cultura del dato: lo stiamo scoprendo ora che stiamo constatando questi danni”, così parla il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti. L’esponente di Fratelli d’Italia ritiene che un modo per uscirne sia quello “di costituire un’agenzia del dato che sovrintenda tutto ciò che riguarda la sua qualità in fase di input e fare in modo che questo dato non possa essere sottratto da soggetti che non hanno nessuna competenza”. Potrebbe essere d’aiuto l’innovazione tecnologica, infatti Butti pensa che “il riconoscimento biometrico facciale sia fondamentale così come sia fondamentale garantire un controllo rispetto al flusso dei dati” e non esclude “che nelle prossime settimane o nei prossimi mesi ci potrebbe già essere una risposta tecnica e legislativa”.
Senza giri di parole il deputato di Forza Italia Giorgio Mulé definisce un “cancro” questo caso di dossieraggio e aggiunge: “Rischia di diventare metastasi dal punto di vista del furto dei dati, dell’utilizzo dei dati e del ricatto che si fa con questi dati. Il livello che si è raggiunto supera ampiamente quello di guardia”. Mulé chiede l’intervento dei giudici e auspica l’intervento delle due Camere: “C’è la necessità che la magistratura vada fino in fondo con un’inchiesta alla quale il Parlamento dovrà affiancare un lavoro per mettere in sicurezza ciò che fino a ora non è stato in sicurezza”.
Tra le persone vittime di dossieraggio ci sono anche alcuni personaggi di rilievo nel mondo della politica, dell’economia e delle istituzioni, tra cui il capo dello stato Sergio Mattarella. A proposito del quale il senatore leghista Gian Marco Centinaio afferma: “Fare dei dossieraggi anche nei confronti del Presidente della Repubblica vuol dire che questo paese ha qualcosa che non funziona”. Anche lui, come Mulé, chiede che le istituzioni facciano qualcosa: “Si dovrebbe fare una commissione d’inchiesta, ma è necessario che la magistratura cominci a indagare realmente su quello che sta succedendo nel nostro paese. Perché ogni giorno ne succedono di nuove e noi vogliamo dare un paese all’avanguardia ai nostri figli, ma un paese che fa dossieraggi è un paese da terzo mondo”.