La Liguria alle urne: i candidati e il riflesso del voto su governo e opposizione

I cittadini liguri sono chiamati a scegliere chi tra i sei candidati alla carica di presidente prenderà il posto di Giovanni Toti. Una partita importante per la maggioranza, ma anche per il centrosinistra. Ecco tutto quello che c’è da sapere

Oggi si tengono le elezioni regionali in Liguria. I cittadini liguri sono chiamati alle urne per la scelta del governatore che prenderà il posto di Giovanni Toti, dimessosi il 26 luglio scorso dopo l’inchiesta giudiziaria che l’ha coinvolto, e per il rinnovo del Consiglio regionale. I seggi elettorali sono aperti dalle ore 7.00 alle 23.00, e domani dalle 7.00 alle 15.00.

La corsa per il governo della regione è iniziata con un terremoto a destra. Agli inizi di maggio il presidente in carica Giovanni Toti venne messo agli arresti domiciliari in quanto indagato per corruzione insieme a Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità portuale che gestisce il porto di Genova e amministratore delegato del gruppo Iren, fra le più importanti società multiservizi italiane, e all’imprenditore portuale Aldo Spinelli. A Toti si contestava di aver ricevuto tangenti per finanziare, secondo la gip di Genova Paola Faggioni, le campagne elettorali per le elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), le amministrative di Genova (giugno 2022), le politiche nazionali (25 settembre 2022), le amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023). Il tutto in cambio di favori a vantaggio degli imprenditori coinvolti nell’inchiesta. Toti è rimasto ai domiciliari per 86 giorni, per poi tornare libero subito dopo aver rassegnato le proprie dimissioni. A settembre ha trovato l’accordo con la procura per patteggiare due anni e un mese convertite in lavori socialmente utili, con l’accusa (l’unica rimasta in piedi) di “corruzione impropria”.

Chi è Marco Bucci, candidato del centrodestra

Parallelamente alla partita giudiziaria è continuata a giocarsi quella per la presidenza, e il centrodestra ha scelto di puntare sulle sue carte su Marco Bucci, ex dirigente per aziende multinazionali farmaceutiche, attuale sindaco di Genova dal 2017 nonché Commissario straordinario alla ricostruzione del ponte Morandi fino al 2020. In un primo momento smentisce ogni suo coinvolgimento per rispetto dell’“impegno preso con i genovesi fino al 2027” e per le sue condizioni di salute, aggravate da un cancro ai linfonodi diagnosticato a maggio. ma alla fine decide di accettare la proposta arrivatagli direttamente dalla premier Giorgia Meloni.

Chi è Andrea Orlando, candidato del centrosinistra

A sfidare Bucci ci sarà, per la coalizione di centrosinistra Andrea Orlando, In passato Orlando è stato ministro dell’Ambiente nel governo Letta, poi Guardasigilli con Renzi e Gentiloni, e infine ministro del Lavoro con il governo Draghi. Originario di La Spezia, è stato il candidato prescelto dalla coalizione sin dalle dimissioni di Toti. La sua però è una coalizione che per formarsi ha vissuto diversi travagli interni: il M5s ha imposto la non partecipazione dei renziani di Italia viva, che quindi non hanno presentato loro liste a sostegno di Orlando. Mentre della coalizione fa parte Azione di Carlo Calenda.

Chi sono gli altri candidati

Oltre ai due candidati favoriti, parteciperanno altri sette candidati. L’avvocato (ex leghista) Alessandro Rosson è sostenuto da Indipendenza!, movimento fondato nel 2023 dall’ex sindaco di Roma ed ex ministro dell’agricoltura Gianni Alemanno, che considera la sua lista ligure “un’alternativa sovranista al sistema di potere della sinistra e alla sudditanza del Governo Toti”. Seguono altri due avvocati, ossia Davide Felice, che corre con l’appoggio di Forza del Popolo al grido di “No Vax, No Euro, No War”, e Francesco Toscano, candidato presidente di Democrazia Sovrana Popolare. Ha 70 anni Marco Giuseppe Ferrando, portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori, che lo sostiene nella campagna elettorale con un programma marcatamente anticapitalista, mentre di poco più giovane è Nicola Rollando, agricoltore e attivista ambientalista scelto dalla lista di sinistra ‘Per l’alternativa’ che racchiude Partito Comunista Italiano, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. Alla competizione elettorale si aggiunge poi Maria Antonietta Cella, sindaca per tre volte di Santo Stefano d’Aveto (in provincia di Genova), sostenuta dal Partito Popolare del Nord – Autonomia e Libertà. E infine, appoggiato da Uniti per la Costituzione, c’è Nicola Morra, già senatore del M5s ed ex presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e consigliere d’opposizione in Comune a Vado Ligure, oltre che protagonista nelle scorse settimane di diverse polemiche a seguito di una sua intervista al Foglio sulle condizioni di salute di Bucci.

Cosa si giocano in Liguria i leader nazionali

Sull’esito della corsa ligure si giocano parecchi equilibri anche a Roma. È la regione delle grandi opere: dal tracciato autostradale della Gronda al maxiprogetto che unisce Il Terzo Valico dei Giovi e il Nodo di Genova per una nuova linea ad alta capacità veloce che potenzi i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d’Europa. Infrastrutture strategiche per il paese e per la credibilità della maggioranza di governo, ma ancora di più per l’opposizione. Orlando ha più volte tentato di rassicurare l’elettorato, ma alcuni suoi alleati come il candidato Avs Ferruccio Sansa sono fortemente critici verso alcune opere.

Per il cosiddetto campo largo – la coalizione che mette insieme Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa – le elezioni liguri rappresentano un fondamentale banco di prova, da cui determinerà un eventuale fronte comune di opposizione anche per le prossime elezioni politiche. Un modo per testare la compattezza del centrosinistra, già fiaccata dall’uscita di Italia Viva avvenuta verso la fine di settembre per volere di Matteo Renzi, in perenne contrapposizione con il presidente del M5s Giuseppe Conte, oltre ai continui attacchi lanciati dal leader di Azione Carlo Calenda, che tuttavia negli ultimi giorni ha mostrato segni di riavvicinamento, partecipando alla chiusura della campagna elettorale di Orlando.

La vittoria in Liguria permetterebbe a Elly Schlein di consolidare la sua leadership del centrosinistra e gettare le basi per un percorso univoco verso Palazzo Chigi, oltre a permettere a Conte di dimostrare quanto l’assenza di Renzi nella compagine di opposizione permetta di incassare voti, sottolineando l’infruttuosità di qualsivoglia alleanza futura con Iv. Al contrario, proprio sull’ex premier pentastellato ricadrebbero probabilmente le responsabiità della sconfitta, sgonfiando il peso specifico del Movimento in vista dei prossimi appuntamenti elettorali in Toscana e in Campania.

Per il centrodestra, invece, quello ligure è un test per capire se il sentiment nei confronti dei partiti di maggioranza è ancora in fase ascendente. O se la vicenda giudiziaria è riuscita a incrinare anche la credibilità di un sindaco come Bucci che in questi anni è stato apprezzato dai genovesi per le sue qualità di amministratore pragmatico.

Per approfondire sulle elezioni in Liguria:

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