La strategia della pensione di Andrea Orlando

In Liguria un elettore su tre è pensionato. Perciò il candidato del centrosinistra promette di aumentare le minime fino a 1.000 euro. Ma serve mezzo miliardo, un costo poribitivo per la regione. Perché non l’ha fatto quando era ministro del Lavoro?

Le elezioni regionali in Liguria di domenica e lunedì si giocheranno all’ultimo voto, tutti i sondaggi danno un testa a testa tra Marco Bucci per il centrodestra e Andrea Orlando per il centrosinistra. Per mettere il muso davanti al sindaco di Genova, l’ex ministro del Lavoro punta sulla “strategia della pensione”. Negli ultimi giorni di campagna elettorale, infatti, Orlando ha lanciato un’escalation di dichiarazioni e promesse a favore dei pensionati.

La strategia è chiara. La Liguria è una delle regioni più anziane d’Europa, in forte crisi demografica, e benché non sia vero come scrive Orlando nel suo programma che “è l’unica regione del Nord che ha più pensionati che occupati” – il candidato del Pd confonde il numero di pensioni (circa 650 mila), che sono più di una a testa, con il numero di pensionati – è sicuramente vero che gli anziani rappresentano un bacino elettorale notevole. In Liguria, secondo i dati dell’Inps, ci sono oltre 460 mila pensionati che, su un corpo elettorale di 1 milione e 340 mila liguri, rappresentano circa un elettore su tre. L’attenzione a questa ampia fetta di aventi diritto al voto è matematica.

Così Orlando ha iniziato a trascinare un tema nazionale, come le pensioni, nella competizione regionale. Prima, a settembre, ha attaccato il governo Meloni per la scelta, nella passata legge di Bilancio, di tagliare l’indicizzazione all’inflazione per le pensioni più elevate. Orlando metteva le mani avanti rispetto all’ipotesi di un intervento analogo nella manovra di quest’anno: “Non si può fare cassa scaricando l’inflazione sulle spalle dei pensionati”. Un paio di settimane fa, ha battuto ancora sul punto: “Nella legge di Bilancio – ha detto in un comizio a Imperia – taglieranno le pensioni: se andasse così, noi un giorno sospendiamo la campagna elettorale e facciamo una grande manifestazione contro la manovra. Liguria è una delle regioni con la percentuali più alta dei pensionati. Non toccate le pensioni perché scenderemo in piazza a difenderle”.

L’obiettivo era sempre la difesa delle pensioni più alte, che avrebbero potuto ricevere un incremento inferiore all’inflazione. Ma siccome questo taglio non c’è stato, Orlando ha spostato il focus sulle pensioni minime che, con la legge di Bilancio, riceveranno un incremento di circa 3 euro al mese. Troppo poco, secondo il candidato del Pd. Che perciò ha lanciato la strategia della pensione. “È vergognoso, ce ne occuperemo noi”, ha detto due giorni fa ad Agorà su Rai3. “A livello regionale cercherò di occuparmi, con un sostegno concreto, dei pensionati con pensioni sotto i 1.000 euro”, ha poi precisato a Tagadà su La7. Infine, al culmine dell’escalation, ha detto al Corriere della sera: “Avevano annunciato che avrebbero aumentato le pensioni minime, ma alla fine saranno aumentate di tre centesimi al giorno. È un’offesa a tante persone, tant’è vero che io ho detto che quello che non farà il governo lo farà la regione per integrare il reddito dei pensionati al di sotto dei mille euro”. Ma quanto costa? E con quali soldi?

Orlando non fornisce alcun numero, ma si può fare un calcolo approssimativo. Nell’interpretazione più estesa della promessa, cioè un’integrazione fino a mille euro al mese per i pensionati con un reddito inferiore, il costo è proibitivo. Secondo i dati dell’Inps, in Liguria ci sono circa 115 mila pensionati che percepiscono meno di mille euro: portarli tutti a questa soglia costa circa 526 milioni di euro. Quasi il 10% del bilancio regionale e oltre sette volte il disavanzo della regione Liguria che, secondo la parificazione della Corte dei conti, è pari a 72,5 milioni.

Visto che la spesa non può avvenire in deficit per i vincoli del Patto di Stabilità, ciò vorrebbe dire tagliare pesantemente altre spese. In particolare la sanità che, con 4,23 miliardi rappresenta l’80% della spesa regionale. Ma Orlando nel programma promette anche un aumento della spesa sanitaria. Impossibile quindi. Ma anche considerando un’ipotesi più conservativa della promessa, ad esempio un aumento di 50 euro al mese per i pensionati sotto i mille euro, il costo è di quasi 70 milioni di euro. Che significa raddoppiare il deficit regionale, sempre al netto di tutti gli altri capitoli di spesa del programma elettorale.

Aumentare le pensioni con il bilancio regionale è davvero proibitivo. Non a caso della previdenza se ne occupa lo stato centrale e, più nello specifico, l’Inps che dipende dal ministero del Lavoro. Orlando ha perso un’occasione: se voleva aumentare le pensioni minime, avrebbe dovuto farlo quando era ministro del Lavoro.

Di più su questi argomenti:

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali

Leave a comment

Your email address will not be published.