Cosa non torna sulla scuola, per il Pd

La decisione di Valditara dimostra una mancanza di visione: invece di tagliare drasticamente il personale, si poteva utilizzare il calo del numero degli studenti per offrire una formazione migliore e combattere la dispersione scolastica

Il calo demografico nel nostro paese è ormai divenuto una costante. Potremmo discutere di come il governo, cui piace parlare di famiglia, pensa di contrastarlo con mancette e bonus, ma non è questo il punto. Nessuno aveva usato il tema negli ultimi dieci anni per giustificare tagli al sistema di istruzione. Per la prima volta dai tempi della Gelmini lo fa Valditara. E’ una scelta grave, anche per come la si giustifica: si considera il sistema di istruzione una delle tante voci di spesa comprimibili. E non l’investimento più importante. Tagliare drasticamente il personale è una decisione che dimostra mancanza di visione, quando si poteva utilizzare il calo del numero degli studenti per accrescere la qualità del sistema. Rafforzando il tempo pieno, soprattutto al sud e nelle aree più fragili. O potenziando l’organico dell’autonomia come chiedono le scuole, che svolgono sempre più compiti con meno personale.

In sostanza: combattere la dispersione e offrire una formazione migliore perché nella scuola si trovi non solo educazione e crescita, ma anche la leva per un riscatto, qualunque sia il contesto di provenienza. E se la scuola offre alle famiglie più opportunità, magari si ha meno timore nel mettere al mondo dei figli. E dunque un investimento del genere è un modo per contrastare l’inverno demografico, anziché limitarsi a sfruttarlo per tagliare. In altre parole, di fronte a un fenomeno di tale portata si poteva cogliere l’opportunità di agire attuando quanto prescrive la Costituzione. Ma il governo smantella invece che ricucire. Amplia i divari e taglia, ignorando i bisogni dei giovani e delle famiglie. Il ministro purtroppo ha perso di vista la sua funzione: quella di assicurare il migliore sistema di istruzione e formazione possibile a tutti. E a pagare il conto di tanta cecità è tutto il paese.

Anna Ascani, parlamentare del Pd

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