Per l’ultima sciatrice italiana a vincere a Sölden “avere i Giochi in casa è stupendo, ma ora è meglio pensare alla Coppa e al Mondiale. Io mi sento prima di tutto gigantista, tengo tanto a questa specialità e voglio ripartire da qui”
Bella l’estate, belle le Olimpiadi di Parigi vissute sugli spalti per riprendere confidenza con le gare a cinque cerchi, bella la neve dei ghiacciai argentini di Ushuaia, nel profondo sud del mondo. Belli i sogni che viaggiano avanti nel tempo verso Milano-Cortina 2026, ma la voglia di rimettere scarponi e sci ai piedi per una gara vera è tutta un’altra cosa. Oggi a Sölden, in quella Austria che per pochi chilometri non è Alto Adige (o viceversa, ma questa è un’altra storia), ripartono il “circo bianco” e la corsa alla sfera di cristallo. Come ogni anno, da una trentina a questa parte, la Coppa del mondo di sci alpino ricomincia sulla pista Rettenbach con lo slalom gigante femminile (domenica quello maschile). Non c’è Sofia Goggia, che punta a rientrare per la doppietta americana discesa libera e Super-G di Beaver Creek del 14 e 15 dicembre, e a guidare la pattuglia azzurra ci sono Federica Brignone e Marta Bassino, con l’esordiente assoluta Giorgia Collomb (oro, argento e bronzo ai Giochi olimpici invernali giovanili coreani di gennaio).
L’ultima italiana a vincere a Sölden, però, è stata proprio Bassino (nel 2021 davanti a Brignone): “Nel complesso sto bene – racconta in occasione del media-day della Fisi, la federazione degli sport invernali – sono serena, ho un buon feeling sugli sci e, anche se in realtà in alcuni anni passati mi sentivo un po’ più avanti a questo punto, so che ho tempo ancora di mettere tutto insieme”. Si ricomincia col gigante, specialità in cui l’anno scorso le cose non sono andate benissimo con il quarto posto di Are, in Svezia, come miglior risultato: “Ho fatto un po’ più fatica e la vittoria è arrivata in discesa (a Crans Montana, con Brignone seconda, ndr). Io, comunque, mi sento prima di tutto gigantista, tengo tanto a questa specialità e voglio ripartire da qui, sciare bene tecnicamente e veloce perché so che il resto viene di conseguenza”. Come, appunto, la vittoria in discesa e il terzo gradino del podio in Super-G il giorno successivo: “Quei risultati sono la conferma del lavoro che ho sempre portato avanti. Perché sì, mi sento una gigantista, ma posso giocarmela anche nelle gare di velocità. L’anno scorso, comunque, è stata una stagione particolare: arrivavo da un periodo molto difficile a livello personale che mi ha condizionato anche sotto l’aspetto sportivo. Ora ho cambiato un po’ di cose e mi sento molto più serena e tranquilla. Il bello e il brutto del nostro sport è che all’inizio di ogni stagione si riparte da zero e Sölden è la prima pagina di un nuovo capitolo”.
Un capitolo che quest’anno vedrà il suo momento più alto nel Mondiale austriaco di Saalbach-Hinterglemm, con il titolo in Super-G di Courchevel-Méribel 2023 da difendere: “Facciamo una curva alla volta. Al Mondiale, così come ai Giochi di Milano-Cortina, ci si arriva con la Coppa del Mondo e ora bisogna concentrarsi su questi appuntamenti per farsi trovare al meglio della condizione nella prima metà di febbraio”. Di sicuro non ci saranno gare da sacrificare in funzione dell’appuntamento iridato: “Valuterò strada facendo anche sulla base delle condizioni fisiche, ma l’intenzione di massima è di fare grossomodo tutto”.
A fine stagione, comunque, Marta Bassino sarà soddisfatta se “riuscirà a cominciare bene la stagione e a tenere con costanza un livello alto in tutte le gare”. Ambizioni che farebbero l’occhiolino alla sfera di cristallo: “Non corriamo troppo (ride, ndr), per arrivarci c’è tanto lavoro da fare, bisogna essere competitivi in tutte le gare, avere un livello di rendimento sempre altissimo. Io, senz’altro, cercherò di sfruttare ogni occasione per dare il mio meglio e poi vedremo cosa ci sarà da raccogliere”. Anche se la favorita resta sempre lei, l’americana Mikaela Shiffrin, la donna dei record, la più vincente in Coppa del mondo, all’inseguimento del successo numero 100 (è a 97): “Davanti a lei c’è solo da togliersi il cappello. È un’atleta da ammirare e da prendere come esempio. È la più forte di sempre e si merita questo traguardo. Come lei ne nasce una ogni mille anni, forse”.
E allora, meglio concentrarsi una gara alla volta a cominciare da Sölden, anche perché ci pensa già tutto il resto dell’Italia degli sport invernali a far salire la pressione in vista di Milano-Cortina: “Avere le Olimpiadi in casa è stupendo e sarà bellissimo abbracciare il pubblico italiano, sempre caldo e appassionato, a maggior ragione dopo Pechino 2022 blindata per il Covid. Ora, però, è giusto tenerle lì come obiettivo un po’ più lontano”. E godersi, come ha fatto la scorsa estate, un po’ dell’atmosfera a cinque cerchi: “A Parigi ho guardato dal vivo alcune gare di tennis e di atletica, con le finali dei 100 metri maschili e femminili. È stato magnifico, perché quando sei spettatrice e turista riesci a vivere fino in fondo lo spirito olimpico”. Pausa. Prima c’è questa Coppa del mondo che parte oggi.