Harris fa dire a più repubblicani possibili quanto è pericoloso Trump

La candidata democratica sta cercando di recuperare i voti di quei conservatori moderati che potrebbero essersi stufati del tycoon e ribadisce: “E’ un pericolo per la democrazia”

I sondaggi negli stati chiave preoccupano Kamala Harris, la candidata democratica alla presidenza americana che alle urne si sta scontrando con Donald J. Trump. Anche se l’election day è il 5 novembre, la gente ha già iniziato a votare, soprattutto per posta. Dopo gli ispanici, dopo i proprietari di pistole – “ho una glock!”, ha detto più volte Kamala in tv – da qualche giorno la vicepresidente si concentra sul recupero di quei conservatori moderati che potrebbero essersi stufati di Trump, dei suoi balletti al ritmo di Ave Maria e Wmca, e dei suoi discorsi di dodici minuti sulle generose dimensioni di Arnold Palmer. E così Harris ha tirato fuori un’acerrima nemica del tycoon, Liz Cheney, ex deputata e figlia dell’ex vicepresidente George W. Bush, Dick.

Liz era stata estromessa dai trumpiani perché aveva criticato il capo e perché aveva votato a favore dell’impeachment dopo l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021. L’obiettivo strategico di Harris ora è fare in modo che il mantra elettorale dei democratici – “Trump è un pericolo per la democrazia” – non arrivi solo da filosocialisti e intellettuali newyorchesi, ma anche dai repubblicani. Liz Cheney serve a Harris per dire che Trump è fascista – ormai è questo il nuovo “f word” – aiutata da altri ex collaboratori dell’ex presidente che dicono: “Trump voleva generali obbedienti come quelli di Hitler, parole sue” – frasi che erano già presenti nel libro “The Divider” di Peter Baker e Susan Glasser.

“Se siete preoccupati potete votare secondo coscienza e non dire niente a nessuno, ci saranno milioni di repubblicani che lo faranno. Votate per Harris”, ha detto Cheney nei sobborghi del Michigan, e poi in Pennsylvania e in Wisconsin. L’obiettivo è parlare alle donne middle class che hanno sempre votato per il Partito repubblicano ma che potrebbero esser spaventate da Trump. A moderare gli eventi ci sono giornaliste conservatrici ma antitrumpiane, una di loro ha chiamato Cheney e Harris “la strana coppia”. “Ricostruiamo un sano sistema bipartitico”, hanno detto in coro. Cheney sul palco ha poi ripetuto le varie accuse mosse dalla destra storica repubblicana, per esempio che Trump non è un vero conservatore – “il principio più conservatore di tutti è essere fedeli alla Costituzione” – e che è un fan di tiranni e dittatori.

Trump ha risposto attaccando il “falco guerrafondaio Cheney che vorrebbe dichiarare guerra a tutti i paesi arabi”. Cheney, e il padre, sono solo alcuni dei repubblicani che hanno deciso di appoggiare Harris, ci sono oltre un centinaio di ex funzionari dell’Amministrazione Trump che hanno denunciato la pericolosità dell’ex presidente.

In questa gara all’ultimo minuto e all’ultimo elettore, Harris ha iniziato a usare sempre di più la salvezza della democrazia come ragione per votarla. Per la prima volta mercoledì a un botta e risposta con gli elettori organizzato dalla Cnn ha detto apertamente: “Sì, Trump è un fascista”.

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