La manovra economica è arrivata, ma per Roma manca qualcosa (in vista del Giubileo)

I conti non tornano. La spesa totale autorizzata nella legge di Bilancio è di 88 milioni di euro per il 2025. Troppo pochi per rafforzare anche la macchina amministrativa della capitale. “A rischio 3 mila assunzioni”, dice la Cgil

La legge di Bilancio è sulla via del Parlamento, e nella Capitale la si attendeva con ansia, con un occhio al Giubileo. Ma i conti, a Roma, non tornano. La spesa totale autorizzata nella manovra, 88 milioni di euro per il 2025, è infatti così suddivisa: 37 milioni per il finanziamento dei maggiori costi connessi all’organizzazione e all’allestimento dei grandi eventi giubilari a cura di Società Giubileo; 16,5 milioni connessi all’organizzazione e all’allestimento di eventi minori a cura di Roma Capitale; 34,5 milioni alla Regione Lazio per il finanziamento dei maggiori costi connessi all’accoglienza dei pellegrini.

Ma, a monte del passaggio alle Camere, la manovra raccoglie critiche nell’opposizione sul fronte delle assunzioni pre-Giubileo di Roma Capitale. Tremila assunzioni, dice la Cgil Roma e Lazio, sarebbero a rischio, e di conseguenza sarebbe a rischio “il corretto funzionamento” di una città già ipertrofica. “A oggi il governo non ha ancora stanziato tutte le risorse necessarie sulla legge di bilancio, soprattutto non si sta superando la normativa che impedirebbe tali assunzioni”, si legge nella nota del sindacato locale, e “senza queste due azioni il governo, nei fatti, decide di non sostenere la capitale del proprio paese, peggiorando le condizioni di lavoro di migliaia di lavoratrici e lavoratori comunali che, con il Giubileo, vedranno esplodere i loro carichi di lavoro, con inevitabili ripercussioni sulla quantità e qualità dei servizi pubblici offerti alle persone, in modo particolare quelle delle fasce più deboli della società”.

Il tema è il rafforzamento della macchina amministrativa capitolina, e la pressione non è soltanto sul governo, ma anche sul sindaco Roberto Gualtieri e “sulle forze politiche del territorio perché agiscano con forza per far cambiare una legge di bilancio che non sostiene la Capitale” e “fa cassa sugli enti locali”. E c’è chi ricorda le parole del sindaco, qualche mese fa. “Mi rivolgerò direttamente al ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti e al governo tutto”, diceva Gualtieri, “per chiedere formalmente tre cose: elevare il valore-soglia minimo per il personale, ottenere risorse aggiuntive per le assunzioni di almeno 3 mila persone” e “ottenere l’incremento del tetto di spesa per il salario accessorio del personale stesso di Roma Capitale”. Erano giorni di speranza. “La città deve tornare a essere locomotiva del paese”, diceva il sindaco. Ora, di fronte alla realtà, la parola passa al Parlamento.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l’Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l’hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E’ nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.

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