Berlusconi con vista Trump. Agenda Marina, tutta da seguire

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore – Caro Cerasa, sono sostanzialmente d’accordo sul vostro giudizio relativo al governo Meloni. Che per parte mia riassumerei così: la premier è molto più abile e dotata di senso della realtà di quanto non si potesse immaginare. Ma aggiungerei che questo dipende anche dalla strutturale debolezza dell’opposizione. La prova del budino verrà dopo i risultati delle elezioni americane. Vedremo se Giorgia Meloni ha una sua linea o se tende ad allinearsi semplicemente con chi è più forte.


Pasquale Pasquino

Conviene ascoltare Marina Berlusconi quando suggerisce al centrodestra di non farsi trascinare dal trumpismo – lo ha ricordato ieri a Roma, alla Galleria Alberto Sordi, a due passi da Palazzo Chigi, esprimendo forti “perplessità” sulle posizioni del candidato repubblicano – e di considerare il modello Trump come un virus politico che più che essere esportato andrebbe limitato, tenuto lontano, trasformato in un modello da respingere e non in un orizzonte a cui aspirare. Agenda Marina. Seguirla. Con urgenza.


Al direttore – Stando anche alle sue ultime dichiarazioni, nostalgiche della “lealtà” dei generali hitleriani (peraltro un falso storico), mi par di capire che Donald Trump anche stavolta non accetterà una sua eventuale sconfitta. Da “Fuga da New York” a “Blade Runner”, da “Minority Report” alle saghe di “Matrix”, “Hunger Games”, “Divergent” e “Maze Runner”, per citare qualche titolo, il filone distopico della cinematografia hollywoodiana si è soffermato sulle tendenze autoritarie della democrazia americana. Film di pregevole fattura, alcuni veri e propri capolavori, che hanno sbancato il botteghino. Forse anche perché esorcizzavano le paure degli spettatori, non solo d’oltreoceano, nei confronti di scenari apocalittici. Passando però dai registi agli studiosi del bonapartismo o cesarismo, i più illustri – da Tocqueville a Weber a Franz Neumann – concordano sul fatto che esso è sorto e si è sviluppato in un contesto democratico. Gli Stati Uniti corrono realisticamente questo pericolo? Ne sapremo di più dopo il 5 novembre.


Michele Magno



Al direttore – Etica e politica di solito compiono percorsi separati. Ma una sconfitta, domenica prossima, di Andrea Orlando e della sinistra nelle elezioni in Liguria, sarebbe sicuramente annoverata come il ripristino di un’etica brutalmente violata nel caso Toti.


Giuliano Cazzola


Al direttore – Dice Fiorella Mannoia in un’intervista al Fatto quotidiano, che “se parli di governo fascista a Tel Aviv sei automaticamente un antisemita”. No, sei automaticamente un ignorante. Afferma ancora la nota cantante: “Se invochi la fine della guerra in Ucraina, interrompendo l’invio di armi, ti bollano come filoputiniano”. No, ti bollano come ingenua. Ma in questo caso è solo un eufemismo.


Luca Rocca

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