Biden incontra gli europei “allineati” e chiede più impegno nella difesa di Kyiv

Parlando accanto a Scholz nella sua visita in Germania, il presidente americano ha sottolineato l’importanza dell’impegno tedesco nella spesa militare al 2 per cento del pil, invitando a perseverare su questa strada, perché la richiesta ai partner europei di partecipare con più fondi alla Nato sarà comunque insistente, sia con Harris che con Trump

Berlino. Il presidente americano, Joe Biden, ha trascorso 24 ore a Berlino, una visita “di lavoro”, in cui ha informato i più importanti governi europei su come prepararsi a un’eventuale presidenza di Donald Trump e sulla necessità di assumersi, in ogni caso, più responsabilità sulla difesa dell’Ucraina e sulla Nato. L’attuale maggioranza di governo tedesca non ha un piano B in caso di sconfitta di Kamala Harris alle presidenziali americane, e la Germania ha accolto Biden con gli onori riservati all’ultimo rappresentante di una tradizione transatlantica destinata a mutare. Venerdì mattina il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha insignito Biden della Gran croce di classe speciale dell’Ordine al merito della Repubblica dederale di Germania, la più alta decorazione statale tedesca. Subito dopo, il presidente americano ha avuto un incontro bilaterale con il cancelliere, Olaf Scholz. In apertura, i due hanno fatto brevi dichiarazioni alla stampa, senza accettare domande, ma scambiandosi complimenti e ringraziamenti con generosità. In cancelleria sono quindi arrivati anche il premier del Regno Unito, Keir Starmer, e il presidente francese, Emmanuel Macron, e i quattro si sono riuniti a porte chiuse per discutere di due questioni inevitabili: Ucraina e medio oriente.

Il formato dell’incontro ha ripreso quello del Quad, che solitamente porta insieme ministri o alti funzionari, mentre un minisummit di così alto livello è più raro, e non è piaciuto a tutti: un modello Quint, che coinvolgesse anche la premier Giorgia Meloni, non sarebbe dispiaciuto a Roma, ma anche dalle parti di Varsavia e dei Paesi Baltici c’è forse chi avrebbe apprezzato un maggiore coinvolgimento, soprattutto se si discute della difesa del fianco orientale della Nato. Il viaggio di Biden a Berlino e l’incontro Quad erano in realtà previsti già la scorsa settimana, in occasione del summit di Ramstein del gruppo di contatto sull’Ucraina, ma entrambi gli eventi erano saltati dopo la disdetta di Biden a causa dell’uragano Milton. Adesso – dopo i tour di Volodymyr Zelensky in Europa e la presentazione del suo “piano per la vittoria” – il presidente americano ha cercato una linea comune con Berlino, Parigi e Londra. La fornitura di armi che raggiungono anche il territorio russo è solo uno dei punti di confronto. Un tema cruciale è di lungo periodo: cosa potrà fare l’Europa per Kyiv e per la Nato se il 5 novembre vincerà Donald Trump?

Parlando accanto a Scholz, Biden ha sottolineato l’importanza dell’impegno tedesco nella spesa militare al 2 per cento del pil, invitando a perseverare su questa strada, perché la richiesta ai partner europei di partecipare con più fondi alla Nato sarà comunque insistente. Il cancelliere Scholz, spesso criticato in casa e anche all’estero perché potrebbe fare di più per Kyiv, ha accolto gli elogi di Biden come una specie di rivincita pubblica: non è un mistero che Scholz abbia sempre atteso Washington prima di prendere decisioni internazionali, anche di fronte alle iniziative e dichiarazioni di altri partner europei. Che si tratti dell’invio di armi all’Ucraina o dei posizionamenti sulla guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, Scholz non ha mai smesso di attendere la linea indicata da Biden, soprattutto quando ha permesso una certa cautela.

Sul medio oriente, appena arrivato a Berlino, Biden ha definito l’uccisione del capo di Hamas, Yahya Sinwar un “good day”, ma ha anche sottolineato come ora si possano aprire nuove finestre di opportunità per una soluzione politica, con la liberazione degli ostaggi e una cessazione del conflitto. Il messaggio è stato puntualmente ripreso e sostenuto da Scholz. Il tema è certamente emerso allo stesso modo anche nell’incontro del Quad, con Parigi e Londra che sul medio oriente sembrano anche particolarmente preoccupate dalle pressioni interne delle loro comunità arabe e musulmane.

Biden ha anche ringraziato Scholz per la liberazione da un carcere tedesco del killer russo Vadim Krasikov, autore dell’omicidio del Tiergarten nel 2019. Il suo rilascio ad agosto, per uno scambio di prigionieri, è stato fondamentale per la liberazione del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich e di altri prigionieri politici della Russia. Al tempo stesso, durante la consegna della Croce al merito da parte di Steinmeier, Biden si è trovato seduto accanto alla governatrice del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, Manuela Schwesig, attuale presidente del Bundesrat e a lungo una delle più convinte sostenitrici del gasdotto Nord-Stream. Contraddizioni emblematiche, che sono state superate diplomaticamente, ma che potranno riformarsi con altre modalità, quando il presidente americano non sarà più Joe Biden.

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