Conte lo Spietato. Ha colpito Grillo nei sentimenti (il denaro) e ha distrutto Renzi

Il capo del M5s ne ammazza più dello straniero dagli occhi di ghiaccio di Clint Eastwood. Al comico ha tolto i 300 mila euro l’anno di consulenza, a Renzi il simbolo. Finirà che il leader di Iv pur di essere tollerato a sinistra si metterà a raccogliere le firme per il referendum contro il Jobs Act

Ha steso Matteo Renzi, e ha sbaragliato pure Beppe Grillo. Altro che Zelig, altro che trasformista. Traditore a chi? Giuseppe Conte, fateci il favore, da oggi in poi è lo Spietato, il protagonista di un film con Clint Eastwood. Ne ammazza più lui che lo straniero dagli occhi di ghiaccio. Grillo ha capito che quello, l’avvocato Callaghan, gli toglie gli sghei, la grana, i soldi, tutto ciò a cui tiene di più nella vita. Ed è disperato, come potete leggere nell’articolo qui sotto. Maledetto il giorno in cui lo sfotteva dicendogli: “Ha preso più voti Berlusconi da morto che Conte da vivo”. Conte, sì, ma di Montecristo. Adesso Grillo piange miseria e cerca un lavoro che nessuno gli dà.

E Renzi? Ne vogliamo parlare di Renzi? Lo spavaldo, l’uomo che se ne stava con le mani in tasca mentre annunciava l’abolizione del Senato, quello che definiva Conte “bugiardo”, “codardo” e “squallido”? Anche lui. Non l’avesse mai detto. Lo Spietato gli ha fatto giocare una partita di pallone con ella, anzi Elly, insomma Schlein, questa estate. E poi, zac: “Mai nessuna alleanza con Renzi”. Il risultato è che Italia viva è scomparsa, ammaina il simbolo e le bandiere, pur di entrare nella coalizione di centrosinistra l’ex spavaldo Renzi si spoglia dei vessilli e degli abiti, si umilia. La notizia è che in Emilia Romagna Iv rinuncia al simbolo. Scompare pur di esistere. La raccoglieranno col cucchiaino. E allora adesso davvero bisogna rivedere tutta la letteratura giornalistica su Conte, su Giuseppi. Roseo come un bambino al Plasmon, inappuntabile come un manichino della Rinascente, cerimonioso come un maestro di ballo, sì va bene, ma con un animo da serial killer. Ma è possibile che un uomo con un nome così dolce, Giuseppi appunto, sia tanto spietato? A Grillo ha tolto i 300 mila euro l’anno di consulenza. In pratica l’ha colpito nei sentimenti. D’altra parte tutti sanno che Grillo, quando è stato innamorato, non diceva alla sua bella che aveva per lei un amore profondo, ma un alto interesse (Grillo alla sua età crede ancora che la lira sia uno strumento musicale, con questa sola stravaganza: che dopo averla suonata, come fa spesso, invece di riporla nella sua custodia se la infila in tasca).

E a Renzi, Conte lo Spietato, ha tolto il simbolo, la bandiera, ci spingiamo a dire che gli ha scippato pure la dignità politica. Tra un po’ finirà così, finirà che Renzi pur di essere tollerato a sinistra si metterà a raccogliere le firme per il referendum contro il Jobs Act. Ecco. A questo punto noi ci chiediamo solo una cosa: è possibile che Conte non senta come, quando uno si chiama Giuseppi, non debba essere cattivo ma abbia il dovere di essere tutto convenevoli, pochette e innocenti caducazioni come fosse antani?

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori “Fummo giovani soltanto allora”, la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.

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