Piano con i processi ai giovani: non si fanno paragoni generazionali

La riflessione sulle differenze tra genitori e figli è un classico. Forse la difficoltà degli adulti a comprendere comportamenti e stili di vita diffusi nei ragazzi finisce col trasformarsi in preoccupazione eccessiva

Una serie di episodi in cui adolescenti sono stati vittime di bullismo o di altri adolescenti che li hanno aggrediti e in alcuni casi addirittura uccisi ha provocato generalizzazioni sul tema della “generazione perduta” o dell’incapacità degli adulti di comprendere i loro figli. La riflessione sulle differenze tra le generazioni è un classico, si tratta di una tematica che si è sviluppata da quando il comportamento dei giovani ha assunto una certa autonomia, da quando cioè sono in grado di scegliere i loro consumi uscendo dalla logica imitativa degli adulti, il che provoca da sempre reazioni critiche. Una volta erano le scelte di abbigliamento o delle capigliature a provocare reazioni contro i “teddy boy” e la “gioventù bruciata”. Ora è l’uso assiduo degli smartphone e delle nuove tecnologie a destare allarme.


Le nuove generazioni non presentano, in linea generale, un’attitudine criminale superiore a quella del passato, anzi gli ultimi dati disponibili ci parlano di una riduzione significativa nel 2023 rispetto all’anno precedente, di questi fenomeni di devianza. Forse la difficoltà a comprendere comportamenti e stili di vita diffusi nelle nuove generazioni finisce col trasformarsi in preoccupazione. Le nuove generazioni hanno accesso a una quantità di informazioni assai superiore a quanto accadeva anche solo una decina di anni fa, hanno un livello scolastico superiore (anche se spesso si può discutere sulla qualità dell’apprendimento) e ciò caso mai pone un problema di adeguamento del sistema scolastico ingessato anche dai corporativismi, che non sono naturalmente giovanili. Insomma, così come dalla “gioventù bruciata” è uscita la generazione che ha sostenuto lo sviluppo economico e culturale, così da quelle attuali attaccate ai telefonini ci si può aspettare una migliore capacità di padroneggiare l’intelligenza artificiale. L’ottimismo non è di moda, ma non dovrebbe essere abbandonato per prevenzioni, quelle sì, generazionali.

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