Tria: “La Manovra? Giorgetti tiene i conti in ordine. Avrei tagliato più bonus e detrazioni fiscali”

L’ex ministro dell’Economia promuove il titolare del Mef: “Le risorse sono concentrare sui redditi più bassi e sulle famiglie. Il contributo chiesto alle banche? Una maggiore stabilità economica-finanziaria conviene anche a loro”

“Fare grosse operazioni serve a poco. Anzi, è un bene che nelle ultime Finanziarie ci siano stati pochi imprevisti rispetto al percorso stabilito dal piano strutturale di bilancio. E’ chiaro che quest’ultimo impone delle maglie di spesa piuttosto strette, ma l’economia funziona bene quando si rispettano delle aspettative. Meno si crea incertezza e meglio è”. All’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria non dispiace la Manovra varata dal governo nell’ultimo Consiglio dei ministri. “Il cuneo fiscale è abbastanza incisivo. Mentre la correzione delle aliquote fiscali al ribasso dà un segnale, anche se non si poteva spingere troppo in là, sempre per ragioni di bilancio. Mi sembra si possa dire che le risorse sono concentrate e destinate ai redditi più bassi e alle famiglie”.

Sempre partendo dal programma strutturale di bilancio, che dovrà essere concordato con la Commissione europea, l’ex titolare del Mef durante il governo gialloverde dice che “l’andamento tendenziale mostra un un deficit che rientra più velocemente di quanto richiesto. Se la confrontiamo alla legislazione vigente, si può dire che quella programmatica è una legislazione espansiva”. Forse è anche per questa prudenza sui conti pubblici che, come spiega ancora Tria, “i mercati hanno reagito bene. Lo spread è sotto controllo. Il problema è sempre il tipo di coraggio che si ha nel riallocare le risorse che si hanno a disposizione”. Giorgetti l’aveva detto ancor prima del licenziamento del ddl Bilancio. Alcuni ministeri devono tagliare la spesa. “E’ evidente che lo si fa per reperire risorse aggiuntive”, dice l’ex ministro. “Ma lo spauracchio in questi casi è sempre quello di tagli lineari, che sono sempre criticati dall’opinione pubblica. L’ultimo ministro ad aver fatto dei veri e propri tagli lineari è Giulio Tremonti”. A proposito di reperimento delle risorse, avendo abbandonato l’idea di una tassa sugli “extraprofitti delle banche”, il governo ha trovato un accordo con gli istituti di credito per un contributo (“un sacrificio”, l’ha chiamato ancora ieri Giorgetti) per trovare 3,5 miliardi di euro da investire sulla sanità. “Credo che parlare di extraprofitti sia sempre sbagliato. Sono sempre profitti. La soluzione trovata di comune accordo con le banche non è nemmeno una novità. E’ già stata sperimentata in passato. E risponde al mutuo interesse di mostrare, a livello reputazionale, un sistema economico-finanziario, e quindi anche bancario, stabile. Perché è chiaro che se cresce lo spread, per le banche forse è un problema maggiore di un contributo una tantum. La stabilità è un valore che interessa anche agli istituti di credito”.

Tornando a misure come il rifinanziamento sul cuneo fiscale, Tria ha questa valutazione: “In questo modo si tenta di fare aumentare il reddito dei lavoratori. C’è però un problema che si può creare nel lungo periodo. Ci vuole qualcuno che metta i soldi per la decontribuzione. Ma in generale in questa fase complicata è bene mettere risorse sui redditi bassi. Il grosso delle tasse lo pagano i lavoratori dipendenti. E in più, come ulteriore dato positivo, negli ultimi anni i dati sull’evasione fiscale sono incoraggianti. Vuol dire che un maggior gettito per le casse dello stato potrebbe diventare strutturale”. Quali sono invece le parti di questa Manovra che la convincono poco? “Io sarei stati molto più duro sulle detrazioni fiscali, le tax espenditures, e anche sui vari bonus, come quelli per il settore edilizio. Anche se per fortuna li hanno molto contenuti”, dice Tria. “Per quanto riguarda i bonus natalità, di per sé che siano misure in grado da sole di stimolare nuove nascite e invertire il trend demografico, ho molti dubbi. Sono solo un tassello di un mosaico più ampio. Ma certo possono essere un aiuto per le famiglie che hanno già deciso di avere un figlio”. Cosa dobbiamo aspettarci dalle Finanziarie a venire da qui ai prossimi anni? Una maggiore ambizione? “Il tracciato è sempre quello stabilito dal piano strutturale di bilancio. Non si potranno fare cose improvvise. Ma da questo punto di vista anche questa legge di Bilancio ci dice che Giorgetti sta gestendo bene i conti pubblici”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.

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