Lo sforzo pro capite dei paesi nordici e baltici per Kyiv è il triplo di quello americano

Al Consiglio europeo si discute il prestito da 50 miliardi minacciato dal veto di Orbán. Solo i paesi nordici e baltici continuano a investire massicciamente nella difesa di Kyiv, considerata cruciale per la sicurezza europea

Gran parte dei leader dell’Ue sembra essere entrato in modalità attendista sul sostegno all’Ucraina per difendersi dalla guerra di aggressione della Russia. Il Consiglio europeo di domani, al quale parteciperà anche Volodymyr Zelensky, cercherà di sbloccare il prestito da 50 miliardi di dollari promesso dal G7 a giugno e che è minacciato dal veto di Viktor Orbán. Ma, anche se non lo dicono pubblicamente come il premier ungherese, gli altri leader sembrano intenzionati ad aspettare le presidenziali americane prima di decidere quanto impegnarsi per la difesa di Kyiv. Con un’eccezione. I nordici e baltici stanno surclassando tutti in termini di aiuti militari. Il “costo” è un investimento, perché la Russia di Vladimir Putin è una minaccia esistenziale.

Il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, ha rivendicato pubblicamente gli investimenti di nordici e baltici nella difesa dell’Ucraina, che serve da barriera anche per la sicurezza dell’Europa. “Fiero di dire che il gruppo NB8 dei paesi nordici e baltici stia giocando in una categoria superiore alla sua nel fornire aiuti militari all’Ucraina”, ha scritto su X Landsbergis, pubblicando i dati del Kiel Institute. Messe insieme, Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia e Svezia hanno stanziato 16 miliardi di euro di aiuti militari all’Ucraina, più della Germania (11 miliardi), del Regno Unito (9 miliardi) o dei Paesi bassi (5 miliardi). In termini assoluti gli Stati Uniti, con 57 miliardi, appaiono lontani. Ma, se si fa un calcolo pro capite, la sforzo finanziario degli otto paesi nordici e baltici in questi quasi mille giorni di guerra è stato il triplo degli Stati Uniti: 485 euro a testa contro i 171 euro degli americani. Seguono gli olandesi (288 euro pro capite), i britannici (140 euro) e i tedeschi (126 euro).

Gli stanziamenti finanziari da parte di Italia, Francia e Spagna sono troppo piccoli per finire nelle classifiche, sia in termini assoluti sia pro capite. I nordici e, in misura minore, i baltici sono anche pionieri sul tipo di capacità militari fornite a Kyiv. E’ stata la Danimarca a trasferire per prima gli F-16. La Svezia ha donato i sistemi di artiglieria Archer. Il loro impegno è commisurato alla minaccia e quella della Russia per loro è esistenziale. Gli altri leader europei preferiscono non ascoltare chi – come il capo dell’intelligence tedesca – dice che Mosca potrebbe lanciare una guerra contro la Nato entro il 2030. “Il Cremlino vede la Repubblica federale tedesca come nemico”, ha spiegato Bruno Kahl: “Ci troviamo in uno scontro diretto con la Russia” perché Vladimir Putin “vuole creare un nuovo ordine mondiale”.

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