Per sempre

La recensione del libro di Richard Ford edito da Feltrinelli, 357 pp., 22 euro

Che vi devo dire? Che la “situazione” di mio figlio e l’imminente fatto che gli sopravviverò hanno aggiunto in po’ di pepe al presente? Che ormai sono a un punto della vita in cui nessuna donna da cui sarò attratto sarà mai attratta da me e che quindi vale tutto? Che da molto tempo prima che mio figlio fosse malato mi capita di svegliarmi – sempre alle 2.46, l’ora esatta della mia nascita – e domandarmi: “Come si sopportano le disgrazie della vita senza almeno una fantasia o un inganno o una recita?”.

Sono le domande, da quelle più piccole a quelle esistenziali, che hanno definito e continuano a definire l’essenza di Frank Bascombe. Personaggio che ormai conosciamo bene (Richard Ford lo ha messo al centro di cinque romanzi), Frank è ormai arrivato all’ultima fase della sua vita. Scrittore di scarso successo, poi giornalista sportivo, infine agente immobiliare, Frank lavoricchia ancora in agenzia occupandosi di una nicchia di clienti di lusso (Sussurratori di case, si chiama la sua branca di agenzia), più per tenersi occupato che per altro. Ha vissuto tutta la sua vita a Haddam, New Jersey, dove ha superato un paio di grossi lutti, due divorzi, una malattia e una pallottola. In questo ultimo capitolo della sua esistenza, Bascombe deve affrontare la malattia di suo figlio Ralph a cui è stata diagnosticata la Sla. Frank prova prima la via delle cure sperimentali, accompagnando il figlio in una clinica in Minnesota, salvo poi – quando si è capito che non si può fare nulla per cambiare la sorte di Ralph – decidere di compiere un viaggio in camper insieme all’uomo verso il Mount Rushmore del South Dakota, dove sono scolpiti nella roccia i volti di quattro grandi presidenti americani. Unico elemento di parziale sollievo – in un racconto che però è tutto fuorché mesto – è rappresentato da Betty Doung Tran, giovane massaggiatrice vietnamita da cui Frank si reca settimanalmente e di cui si infatua, in un platonico innamoramento. Frank ha in questo romanzo uno sguardo più nostalgico, più docile rispetto alla realtà di quanto si era intravisto nel resto della sua vicenda umana. Uomo dalla vita ordinaria, periferica, che ha affrontato quello che la vita gli ha offerto cercando di addomesticare le eccessive asprezze e godere delle gioie e dei momenti lievi. Di fronte a quest’ultimo capitolo, così duro e in parte inaspettato, della sua parabola, Bascombe mette in scena più le sue domande che le sue risposte. Non è la rassegnazione che lo abita ma la ricerca del senso. Che forse non troverà ma che fino alla fine sarà teso – a suo modo – a rincorrere.

Richard Ford

Per sempre


Feltrinelli, 357 pp., 22 euro

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