Il sogno jungeriano della cucina a legna, contro chi vuole dimezzare le polveri sottili

Io nel mio piccolo sogno di raddoppiarle. Come mi scrive un lettore, la cucina a legna “riscalda, cucina e asciuga i panni”. Riscalda anche i cuori, aggiungo. A chiunque non sia europeista mette voglia di caldarroste e di amore

Io ho un sogno, un sogno jungeriano: la cucina a legna. La sogno ora che comincia a far fresco, la sogno ora che i sottostati europei hanno accettato pressoché unanimi (sola astensione Malta) il diktat del sovrastato Ue per dimezzare le polveri sottili entro il 2030. Io nel mio piccolo sogno di raddoppiarle. Quantomeno nelle vicinanze della mia abitazione. Come mi scrive un lettore della Bergamasca la cucina a legna “riscalda, cucina e asciuga i panni”. Riscalda anche i cuori, aggiungo. A chiunque non sia europeista mette voglia di caldarroste e di amore. Ho già visto su internet dei romantici modelli Lincar, La Nordica, Rizzoli, De Manincor, prima però devo trovare una casa vicino a un bosco (ecco perché ho evocato Jünger: “Il passaggio al bosco è un atto di libertà nella catastrofe”). Là dove raccogliere la legna, in perfetta autarchia, e dove nascondermi quando si scatenerà la persecuzione dei proprietari di camini, di stufe e cucine ambientalmente scorrette. Sia custodito il fuoco.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l’ultimo è “La ragazza immortale” (La nave di Teseo).

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