Scene da una manovra: Giorgetti assediato non risponde ai ministri. Trattative a “oltranza” con le banche

Vigilia di tensioni in vista del Cdm di questa sera. Tagli ai ministeri per 1,5 miliardi di euro, braccio di ferro sugli extraprofitti che “sarà concordato con le banche”. Si cercano coperture per un provvedimento sulla natalità

Via XX Settembre come il Palazzo de la Moneda. Con il ministro dell’Economia Salvador Giancarlo Allende Giorgetti assediato, da alleati e opposizioni, associazioni di categoria e portatori d’interesse, in vista del Consiglio dei ministri di questa sera. Il titolare del Mef non risponde ai messaggi dei colleghi di governo, quelli che in queste ore gli scrivono: “Ciao Gianca, ti ricordi del mio provvedimento?”. Giorgetti non indossa l’elmetto, ma parla solo con Giorgia Meloni, in versione 883: uno canta e uno balla, tutti gli altri sotto. La faccenda è entrata nel vivo. Alle 20, a Palazzo Chigi, Consiglio dei ministri con piatto ricco. Non tanto per i fondi, ma di sicuro per gli argomenti: manovra, Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles, decreto fiscale. Vigilia all’insegna dell’eterno ritorno dell’uguale.



Andando per macro temi balla la vicenda della tassa sugli extraprofitti a carico delle banche. Ipotesi respinta da settimane da Forza Italia (e per estensione dalla famiglia Berlusconi) contro l’asse Fratelli d’Italia-Lega. Fonti del ministero dell’Economia dicono enigmaticamente che “qualsiasi intervento sulle banche sarà concordato con l’Abi”. Il cui presidente, Antonio Patuelli, giusto ieri sulle colonne di Qn ha detto che non “servono nuove tasse: vanno rilanciati gli investimenti”. Il confronto prosegue a oltranza. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, ieri (e non a titolo personale, a quanto sembra) è tornato a battere sul fatto che “cicli economici eccezionali hanno creato fortune enormi: non possono pagare sempre imprese e cittadini”.

Parole che avrebbero ricevuto il plauso di Giorgetti. Il ministro dell’Economia è pronto, per fare a cassa, a un taglio lineare ai budget di spesa di tutti i ministeri che nei mesi scorsi hanno fatto gli gnorri. Si parla di 1,5 miliardi. In tutto la manovra si aggira, ma sono cifre da prendere con le molle, attorno a circa 23,5 miliardi di euro. C’è fermento in queste ore, saranno lunghe ore, per capire per esempio, al netto dei provvedimenti da rifinanziare (come il taglio del cuneo fiscale), come si muoverà il governo in tema di natalità. L’idea di una detassazione per chi ha più di due figli costa troppo (6 miliardi) e così invece è molto probabile che si vada, potenziandolo ancora di più, sull’Assegno unico per i figli, accompagnato da interventi per i congedi. I telefoni dei ministri sono caldi, quello di Giorgetti è muto. La premier Giorgia Meloni è pronta a chiamare in extremis i componenti del governo più in ansia per trovare una mediazione e tenere tutto insieme. Il Pd è pronto a picchiare duro sui tagli alla sanità e sui costi dell’operazione migranti in Albania. I sindacati, ovvio, hanno la baionette in mano. Salvini e Giorgetti si sono parlati. I sacrifici coinvolgeranno anche il ministro e vicepremier. Stasera la resa dei conti, nel vero senso dell’espressione.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d’autore.

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