Giorgetti: “Le tasse non aumenteranno. I ministeri taglino la spesa o dovrò fare la parte del cattivo”

“Sicuramente non ci saranno più tasse, abbiamo già in fatto un taglio del cuneo fiscale di 6/7 punti percentuali: rispondiamo con i fatti rispetto a una narrativa che vuole sostenere il contrario. Io credo che in questi giorni ci sia stato uno stillicidio di malinterpretazioni, da martedì tutto sarà più chiaro.” Così il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti alla Festa del Foglio

Intervistato dal direttore Claudio Cerasa, Giorgetti spiega che la riduzione del deficit deve essere una priorità: “Abbiamo tanti difetti, ma anche tanta resilienza soprattutto in tempi complicati. Chi ci guarda da fuori vede oggi un’Italia seria e credibile. Ci sono però anche fattori negativi, come il debito pubblico che ci trasciniamo e gli interessi che dobbiamo pagare ogni anno. Noi dobbiamo fare di tutto per abbassare questo peso”.

Un problema dell’Italia è il calo demografico, cosa si può fare nella prossima manovra? “Bisogna partire dal fatto che chi ha figli in età giovane o scolare sostiene più spese rispetto a chi non ha figli e questo problema va risolto. Non è un tema di grande moda e non se n’è parlato moltissimo in passato. ma ora comincia a uscire dall’ambito culturale e religioso: è un argomento economico, afferisce alla crescita, che è al momento limitata per i paesi occidentali. La demografia è importante, bisogna bilanciare l’andamento delle nascite con i morti”.

Dai giovani alle pensioni. Nella coalizione ci sono diverse linee di pensiero, ma la linea di Giorgetti è quella di pensare a “incentivi di natura fiscale per chi resta a lavorare”. Giorgetti sostiene che “è la linea storica del suo partito, la Lega, con cui il segretario Matteo Salvini ovviamente concorda”.

Ma l’argomento più importante ruota attorno alla parola sacrificio. – “Sacrificio vuol dire che alcune spese vanno tagliate per ministeri ed enti pubblici. Dovremo rinunciare a qualche programma che non dà utilità e tagliare le spese inutili. Se non lo faranno, il ministro che deve fare la parte del cattivo lo farà”.

Sul rapporto Draghi, invece, Giorgetti dice che quella indicata dall’ex premier è la linea da seguire: “Avere un sistema efficiente e allo stesso tempo efficace sarebbe optimum, il primo si ha quando un governo riesce a inquadrare target nel breve, medio e lungo termine, il secondo riguarda a come si prendono le decisioni. Da quando l’Ue si è allargata fino a 27 stati, il sistema di governance probabilmente non è più confacente. Bisogna capire come muoversi in queste situazioni”.

Se dovesse paragonare il governo di Giorgia Meloni a una squadra di calcio quale sarebbe? “L’Atalanta – conclude con una battuta il ministro – perché punta sul settore giovanile, per un po’ è rimasta a metà classifica, ma poi ha vinto l’Europa League”.

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